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Immigrazione, i numeri nascosti dal governo Meloni e l’emergenza come status quo – Lettera43

Ma quale invasione: le persone in accoglienza in Italia rappresentano circa lo 0,18 per cento della popolazione residente. Il sistema tra centri ordinari e straordinari non funziona. E la premier ha affittato una costosissima porzione di Albania per costruirci sopra un messaggio pubblicitario. Che va sbugiardato.

Immigrazione, i numeri nascosti dal governo Meloni e l’emergenza come status quo

Hanno trovato la soluzione per uscire dall’emergenza immigrazione su cui hanno costruito il consenso in campagna elettorale: legalizzandola. Il primo passo del governo per corroborare la propaganda è l’accordo con l’Albania che prevede prevede l’istituzione di due centri, uno per la primissima accoglienza (nella località di Shengjin) e l’altro con funzioni di hotspot e centro di permanenza e rimpatrio (Cpr), a Gjader. Nelle intenzioni del governo le due strutture avrebbero dovuto partire entro il 20 maggio. L’Italia ha più volte sostenuto che in Albania saranno accolte 3 mila persone al mese, per un totale quindi di 36 mila persone l’anno. Falso: mentre a metà agosto 2023 il ministero dell’Interno indicava in quasi 2.599 persone le presenze negli hotspot italiani, il 15 marzo, invece, questo numero arrivava ad appena 712. Scorrendo i costi ci si rende conto del fallimento: la gestione di strutture di questo tipo dovrebbe aggirarsi interno ai 30 milioni di euro circa in cinque anni, oltre ai 30 milioni di euro che servono per costruirle, più 95 milioni di euro per il noleggio delle navi, 65 milioni che se ne vanno per processi e assistenza legale, 64 milioni di euro per la sorveglianza della struttura e 252 milioni di euro per pagare le trasferte. Il tutto per qualche migliaio di persone che dovranno comunque passare dall’Italia. La gara da 134 milioni di euro è stata vinta dalla controversa cooperativa Medihospes, salita alla ribalta in diverse inchieste per i suoi rapporti con la criminalità nella gestione di strutture per l’accoglienza e per le pessime condizioni.

Immigrazione, i numeri nascosti dal governo Meloni e l'emergenza come status quo
Migranti arrivati in Italia (Getty).

Accoglienza ordinaria e straordinaria: il sistema così com’era pensato non esiste più

E l’accoglienza in Italia? Nel 2023 Openpolis rileva che le presenze nel sistema di accoglienza hanno raggiunto un picco di 141 mila persone. Rispetto all’anno precedente è stato quindi necessario reperire tra i 20 e i 30 mila posti, così come già avvenuto tra il 2021 e il 2022. L’organizzazione italiana prevede un sistema di accoglienza ordinario (i cosiddetti Sai) che garantisce un percorso di integrazione più completo e dei centri di accoglienza straordinaria (Cas) attuabili dal prefetture per far fronte alla variazione di presenza che di anno in anno si presenta. Il piano così com’era stato pensato non esiste più. Nel sistema ordinario ci sono il 35,7 per cento dei posti, mentre tutto il resto finisce nella cosiddetta accoglienza straordinaria, in un gioco di inversione delle parole: un minoranza ordinaria e una maggioranza straordinaria.

Numeri fantasma e l’invenzione di un’emergenza al quadrato

Il governo Meloni ha deciso di aggiungere anche centri temporanei più straordinari del Gas – dove già mancano i servizi e il rispetto dei diritti basilari – inventandosi un’emergenza al quadrato. E quindi quali sono i numeri? Impossibile saperlo. A giugno del 2023 i parlamentari avrebbero dovuto leggere il rapporto sul 2022, ma non si è visto. Openpolis ha provato a fare i conti: «Le persone in accoglienza rappresentano circa lo 0,18 per cento della popolazione residente in Italia. Un dato distante dalla cosiddetta “invasione” di cui si sente parlare, che comunque varia a seconda dei territori. Così se le regioni del Mezzogiorno e del Nord-Ovest si pongono al di sotto della media (0,17 per cento), il Centro si trova in linea con il dato nazionale, mentre nel Nord-Est la quota di persone accolte rispetto ai residenti è più alta (0,21 per cento)».

Immigrazione, i numeri nascosti dal governo Meloni e l'emergenza come status quo
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e, alle sue spalle, una foto della premier Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Il capolavoro di propaganda del governo Meloni sull’immigrazione

Nel loro rapporto “Un fallimento annunciato” del 2023 Openpolis e ActionAid sottolineano che «pur essendo generalmente riconosciuta la maggiore efficacia del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) nel favorire il processo di integrazione delle persone migranti, non si è mai investito significativamente per incrementare i posti in questo canale dell’accoglienza. Nondimeno negli ultimi anni il circuito pubblico dell’accoglienza è stato svilito e stravolto sottraendo alle sue competenze persino l’accoglienza dei richiedenti asilo». Ricapitolando, il governo Meloni ha deciso di nascondere i numeri che smentirebbero l’invasione legalizzando l’emergenza come status quo. E ha affittato una costosissima porzione di Albania per costruirci un messaggio pubblicitario. Un capolavoro.

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