Ogni giorno che passa la vicenda della ministra al Turismo Daniela Santanchè si arricchisce di particolari che sostanzialmente ci dicono una cosa: molto probabilmente sta mentendo. L’ultima novità è una sua villa di lusso in centro a Milano per garantire i debiti contratti da Visibilia srl le cui vicende societarie sono al centro di un’inchiesta della Procura di Milano.
Quando parlarono della società Visibilia le inchieste giornalistiche e la trasmissione di Ranucci Report la ministra rispose piccata di non avere nulla a che fare con quella società. È curioso che qualcuno vincoli beni personali per una società con cui non ha niente a che vedere, no? Ma la domanda a cui non risponderà oggi in Senato è il modello imprenditoriale delle sue aziende Ki Group (acquisita nel 2011 insieme all’ex compagno Canio Mazzaro e gestita dalla ministra fino al 2022) e Visibilia srl in cui i manager guadagna moltissimo mentre dipendenti e fornitori non riescono nemmeno a ottenere ciò che gli spetterebbe, secondo le testimonianze che abbiamo potuto leggere e ascoltare.
Scorrazzare su una Maserati pagata da una società piena di debiti accumulando multe mai pagate in qualsiasi Paese evoluto porterebbe un politico alle dimissioni. Non c’entra la giustizia, è un questione di opportunità. Un ministro rappresenta il governo di cui fa parte: i colleghi ministri e la presidente del Consiglio condividono questo modus operandi? Questo è il punto. E proprio per questo la magistratura non c’entra un fico secco.
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