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Inferno Sollicciano: il carcere di Firenze scoppia, e mancano anche acqua e luce

Nei primi giorni di luglio nel carcere di Sollicciano otto detenuti sono saliti sul tetto della struttura per protestare contro il mancato ottenimento di alcuni benefici richiesti alla magistratura di sorveglianza. Una delle tante proteste che avvengono (con cadenza quasi quotidiana) nelle carceri italiane: Sollicciano ospita mediamente 700 persone di fronte a una capienza regolamentare inferiore ai 490 posti. Rientrata la protesta sono rimasti i danni: l’incendio di lenzuola e coperte hanno danneggiato gli impianti della dodicesima sezione che avrebbe dovuto essere evacuata perché inagibile.

E qui comincia la storia. Per oltre un mese nella cella della sezione i detenuti sono rimasti senza acqua e senza luce. «Di notte parte della sezione era al buio e noi guardie giravano con le torce per sorvegliare i reclusi», racconta gli agenti di polizia penitenziaria. Il sindacato Uil degli agenti penitenziari ha annunciato una denuncia alla Procura della Repubblica per «il mancato rispetto dei diritti umani» e il segretario regionale Eleuterio Grieco ha raccontato che «per quasi due mesi la sezione è stata senza luce e senza acqua ma i reclusi non sono stati trasferiti nonostante la precaria condizione della struttura, pensate cosa succederebbe in un ospedale se accadesse la stessa cosa». Già, Grieco ha centrato il punto: perché all’interno di un carcere ci si permette di accettare situazioni che sarebbero insostenibili in qualsiasi altra struttura pubblica?

La denuncia è partita da una lettera di don Vincenzo Russo (cappellano del carcere di Sollicciano) e del presidente della Camera Penale di Firenze Luca Maggiora inviata al ministero della Giustizia, al provveditorato regionale e alla direzione del carcere: «La sezione — si legge nella lettera — a differenza di ciò che dovrebbe rappresentare uno spazio vivibile e minimamente accettabile, risulta sprovvista di luce ed acqua corrente dall’11 luglio. Inutile rammentare le condizioni meteo dell’ultimo periodo che sono risultate inadeguate alla stragrande maggioranza della popolazione italiana libera. Inutile ricordarvi le condizioni di assoluta inadeguatezza di tutta la struttura in oggetto, carente sotto molteplici profili e divenuta un contenitore di uomini e donne, private non solo della libertà ma financo del minimo rispetto della dignità umana». «Il carcere di Sollicciano — aggiunge don Russo — vive da anni in uno stato di abbandono nonostante l’impegno del comandante e della direzione per cambiare le cose. Molti reclusi sono rimasti in una sezione inagibile ben oltre il tempo necessario. Inoltre Sollicciano sta diventando un nuovo Opg (ospedale psichiatrico giudiziario, ndr) dove dentro ci sono troppe persone con problematiche psichiatriche in condizioni di grave disagio».

La situazione del carcere di Sollicciano è ingestibile. Lo scorso 10 agosto in un confronto tra il garante regionale dei detenuti per la Toscana, Giuseppe Fanfani, e il presidente dell’associazione `Progetto Firenze´, Massimo Lensi è emerso che il reparto transessuali, «che aveva costituito un’esperienza innovativa rispetto alle ordinarie prassi penitenziarie, è stato chiuso e le detenute trasferite, senza sapere se e quando rientreranno» mentre il reparto giudiziario è infestato dalle cimici. A ottobre del 2020 era stata inaugurata la seconda cucina del carcere ma nel frattempo è stata chiusa la prima. La direzione del carcere è in una situazione di precarietà da quasi un anno dopo continui cambi di direzione intervallati da incarichi ad interim.

Sotto organico sono anche gli operatori Asl e gli educatori. I detenuti con patologia psichiatrica (che dovrebbero uscire dal carcere e scontare la pena all’esterno in luoghi idonei alla loro cura, come ha stabilito chiaramente la Corte Costituzionale con la sentenza 99/2019) a Sollicciano sono in cella nonostante la patologia psichiatrica. Se davvero come diceva Voltaire che la civiltà di un Paese si misura dalle sue carceri, a Sollicciano la civiltà l’è morta.

L’articolo Inferno Sollicciano: il carcere di Firenze scoppia, e mancano anche acqua e luce proviene da Il Riformista.

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