Mafia e appalti, vasta operazione a Castelvetrano: due persone sono finite in carcere, perquisiti anche alcune imprese e l’ufficio tecnico del Comune. Due funzionari raggiunti da avvisi di garanzia
Arrestato l’imprenditore Rosario “Saro” Firenze. Per gli investigatori è vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro. Stamane i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani e del ROS hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare in carcere, nei confronti dell’imprenditore castelvetranese, Rosario FIRENZE, e il suo collaboratore, il geometra Salvatore SCIACCA per le ipotesi di associazione a delinquere di tipo mafioso, fittizia intestazione di beni, turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di beni. Le due aziende edili di famiglia di Firenze, che valgono sei milioni di euro, sono state sequestrate.
L’operazione si chiama Ebano. Altri quattro imprenditori di Castelvetrano sono stati raggiunti dalla misura cautelare del divieto di esercitare l’attività d’impresa. Il divieto ad esercitare attività imprenditoriale è stato emesso nei riguardi dei presunti prestanome di Firenze, Giacomo Calcara, 38 anni, Benedetto Cusumano, 68 anni, Fedele D’Alberti 41 anni e Filippo Tolomeo, 38 anni, sarebbero stati loro ad aiutare Firenze per potersi accaparrare degli appalti, lavori di manutenzione stradale, fognari e demolizioni.
C’è stata anche la notifica dell’avviso di garanzia nei confronti di altri 4 indagati, tra cui due funzionari del Comune di Castelvetrano e due fratelli di FIRENZE.
Avvisi di garanzia per i due fratelli di Saro Firenze, Giovanni e Massimiliano di 44 e 41 anni. Saro Firenze raggiunto da una interdittiva antimafia aveva ceduto, fittiziamente, ai fratelli l’impresa, e sempre nonostante l’interdittiva era riuscito a restare iscritto nell’elenco delle imprese di fiducia del Comune di Castelvetrano. Secondo l’accusa Firenze controllava molti appalti al Comune di Castelvetrano, e con il ricavato finanziava anche la latitanza di Matteo Messina Denaro.Fra i lavori al centro dell’inchiesta quelli per la realizzazione della condotta fognaria, per la manutenzione ordinaria di strade e fognature, per la demolizione dei fabbricati fatiscenti all’interno dell’ex area dell’autoparco comunale.
Due avvisi di garanzia sono stati notificati ad ex dirigenti dell’ufficio tecnico comunale, uno di questi è l’architetto Leonardo Agoglitta: avrebbero permesso agli imprenditori di “truccare” gli appalti.
A tenere i collegamenti tra Firenze e il Comune sarebbe stato il geometra Salvatore Sciacca ufficialmente dipendente dell’impresa di Massimiliano Firenze, intercettato per esempio a preoccuparsi se in sede di gara di appalto l’imprenditore Filippo Tolomeo aveva notificato la sua appartenenza, “tu glielo hai detto a chi appartieni? A posto.2
I dettagli saranno resi noti durante la Conferenza Stampa che si terrà alle ore 11:00 presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani.
La notizia non è proprio un fulmine a ciel sereno, perché già nel 2014 fu revocata l’autorizzazione per lo stoccaggio di inerti in una cava di proprietà di Rosario Firenze, a Castelvetrano. La revoca dell’autorizzazione arrivò dopo le indagini che svelarono i legami del titolare, Rosario Firenze, con la sorella e il cognato del boss Matteo Messina Denaro.
Nei rapporti investigativi alla base dell’interdittiva della prefettura, e dal successivo provvedimento di revoca si racconta che Rosario Firenze, è «compare» della sorella e del cognato del superiatitante perché «ha battezzato il figlio» e da loro riceveva incarichi di lavoro. Tra le pagine dell’inchiesta c’è anche un’intercettazione in cui due donne parlano del rinvenimento in un fondo agricolo di materiale di risulta proveniente da demolizionl depositato da ignoti su indicazione del «signor Firenze… Saro…», che risulta «legato ai Messina Denaro… sono una cricca». E anche in questa nuova operazione c’è una intercettazione che svela il rapporto stretto tra Saro Firenze e Patrizia Messina Denaro, “idda si sta cazzuliando con Saro”.
(fonte)