In Italia, una mensa scolastica su quattro è irregolare, ma non si tratta di irregolarità trascurabili o di qualche dettaglio fuori posto. L’ultima indagine dei Carabinieri dei Nas, iniziata con l’anno scolastico e concordata con il Ministero della Salute, getta luce su un sistema che dovrebbe tutelare la salute dei bambini e che invece sembra nutrirsi di negligenza e risparmio senza scrupoli. I numeri dei controlli sono chiari: su 700 mense scolastiche, 170 hanno mostrato irregolarità igienico-sanitarie, strutturali e autorizzative così gravi da richiedere, in alcuni casi, denunce penali e sequestri. E mentre le famiglie italiane pagano, spesso a caro prezzo, il servizio mensa, si trovano a fare i conti con una realtà che non rispetta nemmeno i minimi standard di sicurezza.
Irregolarità allarmanti: il controllo che svela la negligenza
Le criticità riscontrate parlano da sole: umidità diffusa, muffe che prosperano nei locali destinati alla preparazione dei pasti, insetti e persino escrementi di roditori. È un quadro raccapricciante, dove la trascuratezza assume le sembianze di un pericolo concreto per la salute. Ma non finisce qui. Mancano informazioni sugli allergeni, fondamentali per prevenire reazioni potenzialmente pericolose nei bambini allergici. Senza dimenticare la mancanza di tracciabilità degli alimenti e le condizioni dei locali, in cui le norme igieniche sembrano essere solo parole scritte e mai lette. Gli ispettori dei Nas hanno sequestrato circa 350 chilogrammi di alimenti mal conservati, scaduti o etichettati in modo irregolare, per un valore stimato di circa cinque milioni di euro. È lo specchio di un settore che, quando si parla di qualità, preferisce risparmiare piuttosto che proteggere.
Le ispezioni rivelano storie emblematiche di negligenza e disprezzo per la sicurezza. A Treviso, un centro educativo per l’infanzia operava senza autorizzazione alla refezione scolastica e senza la registrazione sanitaria necessaria. L’intera struttura è stata messa sotto sequestro amministrativo. A Pescara, un asilo nido ha subito la sospensione immediata delle attività di somministrazione di alimenti per gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali. A Caserta, una ditta fornitrice di pasti è stata denunciata per frode: il titolare apponeva etichette della sua ditta su pasti prodotti da altre aziende. In totale, le verifiche hanno portato all’emissione di 225 violazioni amministrative e penali e sanzioni per un totale di 130 mila euro. Cifre che rivelano un sistema in cui le regole sembrano un optional e dove i gestori giocano con la sicurezza alimentare di milioni di bambini.
Un mercato da 2,5 miliardi di euro
Il mercato delle mense scolastiche in Italia è un settore di grande rilievo economico e sociale. Secondo la VII Indagine sulle mense scolastiche condotta da Cittadinanzattiva, nell’anno scolastico 2023/2024 le famiglie italiane hanno speso in media 84 euro al mese per la mensa di un figlio alla scuola primaria e 85 euro per l’infanzia, con una media di circa 4,20-4,26 euro a pasto. Numeri che diventano imponenti se consideriamo la platea degli studenti: in Italia ci sono circa 2,5 milioni di alunni nelle scuole primarie e 1,5 milioni nella scuola dell’infanzia, e si stima che il 55% usufruisca del servizio mensa. Tradotto in cifre, le famiglie italiane spendono annualmente circa 2,5 miliardi di euro per garantire ai propri figli un pasto durante le ore scolastiche. Un investimento pesante che, per molte famiglie, rappresenta una spesa importante, in un sistema dove le tariffe variano considerevolmente da regione a regione.
A fronte di questa spesa imponente da parte delle famiglie, lo Stato cerca di intervenire con investimenti pubblici. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede la costruzione di circa 1.000 nuove mense scolastiche per ridurre le disparità territoriali, un impegno volto a garantire accesso equo al servizio, almeno sulla carta. Ma il problema resta la qualità di questi servizi, troppo spesso soggetti ad appalti al ribasso e logiche di risparmio, che sacrificano la sicurezza e la qualità per i margini di profitto.
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