L’estate italiana del 2024 aveva il sapore della speranza. Forza Italia, con il piglio di chi vuole lasciare il segno, si era fatta portavoce dello Ius scholae. Un’estate di promesse, di diritti civili cantati come tormentoni da spiaggia. Ma si sa, le stagioni cambiano e con loro anche il clima politico.
Oggi l’aula della Camera è stata palcoscenico di una farsa in tre atti. Primo atto: la proposta dello Ius scholae. Secondo atto: il voto. Terzo atto: 169 voti contrari, 126 favorevoli, 3 astenuti. Sipario. E Forza Italia In platea ad applaudire il “no”.
Ius scholae, la grande illusione: dall’estate dei diritti all’autunno del ripensamento
Paolo Emilio Russo, nelle vesti di portavoce azzurro, ha tentato di spiegare questa metamorfosi politica. “Stiamo lavorando a un testo”, ha detto, come se stesse annunciando l’arrivo di un’opera magna. “Vogliamo semplificare le procedure”, ha aggiunto, mentre la semplificazione più evidente sembrava essere quella delle promesse estive, ormai ridotte a un lontano ricordo.
Secondo Russo “si tratta di un tema di democrazia e diritti e non di un tema di sicurezza nazionale”. E Antonio Tajani, il leader che parlava di diritti “sacrosanti”? Il suo nome è riecheggiato nell’Aula come un’eco distante, evocato da Russo in un tentativo di ricucire il filo di una coerenza sempre più sottile. “È stata Forza Italia,” ha ricordato Russo, “a promuovere, questa estate, un confronto sul tema”. Un confronto che, evidentemente, si è concluso con un nulla di fatto.
Parole e promesse da Forza Italia che si scontrano contro quelle degli alleati. “La Lega fermerà, come ha già fatto in passato, ogni tentativo in questa direzione. Non a caso stiamo preparando una proposta di legge che va verso una maggiore severità nel rilascio delle cittadinanze”, tuona il leghista Igor Iezzi.
Alfonso Colucci del M5S ha commentato quei “proclami estivi” definendoli “diversivi da ombrellone”. I politici che giocano con i diritti come bambini con i castelli di sabbia, destinati a svanire con la prima marea, in effetti ci sono tutti. Colucci ha poi articolato una critica più ampia: “Dunque i proclami estivi di Forza Italia sullo Ius Scholae erano solo diversivi per ingannare il tempo sotto l’ombrellone. Alla prova dei fatti il partito di Tajani si è ritirato in buon ordine sotto gli ordini di Meloni e Salvini e ha votato contro gli emendamenti che avrebbero introdotto questo strumento di civiltà.”
Le reazioni: tra critiche e delusione, l’eco di una promessa infranta
Il deputato pentastellato ha continuato, delineando l’importanza dello Ius scholae: “Chi meglio della scuola può certificare l’avvenuta integrazione dei bambini figli di immigrati? L’introduzione dello Ius scholae sarebbe un volano per realizzare in Italia un’integrazione sana, reale e sicura. Non è vero, come dicono alcuni, che non vi è differenza tra chi ha la cittadinanza e chi non ce l’ha. C’è un gap di diritti e di difficoltà burocratiche che crea una condizione di ingiustizia permanente.”
Per Mauro Berruto del Pd conta l’immagine della nazionale di pallavolo femminile. Un’Italia vincente, diversa, unita. Un’Italia che esiste già, ma che la politica sembra faticare a riconoscere. “Un’immagine conta più di mille parole”, ha detto, dipingendo un quadro di “un’Italia migliore, aperta dove non ci sono differenze”. ”Questa Italia – ha spiegato il dem – è anche in ogni settore giovanile sportivo e nelle scuole dove ragazzi e ragazze hanno colore della pelle, religione, provenienza geografica differenti. Perché questi ragazzi che vivono e studiano in Italia non sono italiani?”
Ouidad Bakkali, sempre del Pd, ha chiuso il cerchio con una metafora matematica: “Sosteniamo qualsiasi emendamento che migliori anche solo di un centimetro la legge del ’92”. Un centimetro che, nella geometria politica di Forza Italia, sembra essere diventato una distanza incolmabile.
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