E se fossero Giorgia Meloni e Matteo Salvini gli utili idioti? A leggere la stampa nazionale sembra che la premier e il ministro abbiano, nello scorso fine settimana, posto l’Italia al centro dell’Unione europea. La narrazione prevalente è parzialmente credibile: Meloni così può manifestare la vicinanza dell’Unione europea a Lampedusa insieme alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e Salvini può sperare di recuperare consenso ingozzandosi di Prosecco e saltellando al fianco della francese Marine Le Pen. Ma è credibile anche il contrario.
Ursula von der Leyen punta al secondo mandato a Bruxelles. La leader del Front National Marine Le Pen a rovinarle la festa
La campagna per le prossime elezioni europee è già iniziata da un pezzo e sia von der Leyen sia Le Pen hanno bisogno di mostrarsi per confermare i propri voti e soprattutto per recuperarne di nuovi. Lo spostamento a destra di von der Leyen, alla ricerca del suo secondo mandato, è una trasformazione in atto da mesi. Nel suo ultimo discorso sullo Stato dell’Unione ha mandato molti messaggi alla sua parte politica: nonostante l’apparente ambientalismo per non perdere il centrosinistra con cui ha rassicurato che “non ci saranno passi indietro” dopo l’uscita di Frans Timmermans tornato in Olanda per candidarsi alla politiche von der Leyen ha voluto rassicurare innanzitutto l’industria: “Mentre entriamo nella prossima fase del Green Deal, una cosa non cambierà: continueremo a sostenere l’industria europea attraverso la transizione”, ha detto la presidente della Commissione Ue. Proponendo “dialoghi” agli industriali e agli agricoltori altamente corteggiati perché garanti della “sicurezza alimentare”.
A Bruxelles più di qualcuno ha intravisto in quelle parole un’apertura all’Ecr, il partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei guidato in Europa proprio da Meloni. Anche la guerra alle auto elettriche provenienti dalla Cina riporta a un protezionismo molto caro alla premier italiana e ai suoi elettori.
Un accordo tra Ppe e Ecr, alla luce della cavalcata delle destre in Europa, è un’ipotesi consistente e se von der Leyen vuole tentare il bis ha bisogno di piacere a Meloni ogni giorno di più. Vista da qui la visita a Lampedusa, così come il sorvolo delle zone terremotate in Emilia Romagna, assume tutt’altro contorno: non sono i problemi italiani a essere una “priorità per l’Europa”, come si legge in giro. È Giorgia Meloni a essere una priorità elettorale per Ursula von der Leyen. E a perderci, come dimostrano le novità di queste ultime ore in cui il Consiglio europeo ha demolito le promesse della presidente della Commissione, sono sempre gli italiani.
Giorgia Meloni a Lampedusa e Matteo Salvini a Pontida hanno recitato la parte degli utili idioti al servizio delle due leader
Discorso identico per Marine Le Pen che alle prossime elezioni europee tenterà di spingere l’eurogruppo di Id a raccogliere i voti necessari per diventare indispensabile nella formazione di una possibile maggioranza a Bruxelles, nonostante i ripetuti attacchi del Ppe (di cui fa parte Forza Italia). Il gruppo Identità e Democrazia ha eurodeputati provenienti da dieci Paesi, la maggior parte dei quali provengono dal partito italiano della Lega, dal Rassemblement National francese e dall’Afd tedesco e Le Pen è senza dubbio il nome più rappresentativo in termini elettorali.
Essere al fianco di Matteo Salvini proprio nei giorni in cui l’Italia è sui giornali di tutto il mondo per la crisi migratoria è un’occasione ghiottissima per logorare la credibilità delle destre europeiste (Giorgia Meloni, per intendersi) che soffrono le mancate promesse dell’Ue. Le Pen vuole incarnare il “coraggio che manca” a von der Leyen, proprio come sta cercando di fare Salvini. Ecco perché l’Italia è diventata un’appetitosa terra di propaganda.
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