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La censura non è una fiction: cancellato pure don Gallo

Una manciata di notizie solo nelle ultime ore. La Rai ha accantonato la fiction su don Andrea Gallo, voce libera e evidentemente scomoda per le sensibilità di questo governo. Il progetto – che vedeva fra gli autori Ricky Tognazzi – sulla vita del più celebre prete di strada italiano, alla fine del 2022 era in fase molto avanzata e il produttore Titanus, che aveva ottenuto l’avallo Rai, stava per partire con la scelta degli attori e le riprese.

La Rai ieri ha pubblicato un comunicato in cui dice che si trattava solo di “un’idea del 2020”. Falso: il progetto alla fine del 2022 era in fase molto avanzata, e il produttore Titanus, che aveva ottenuto l’avallo Rai, stava per partire con le riprese. Alessandro Morelli, senatore della Lega e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio spiega in un’intervista a Il Tempo che “sarebbe utile pensare a una sorta di Daspo per chi utilizza quel palco (riferendosi a Sanremo nda) per fini diversi da quelli della musica. Un artista lì fa musica, non fa politica”, dice.

Come ai bei tempi, quando in pieno fascismo nei bar c’era un cartello che diceva “qui è vietato parlare di politica”. Poi c’è la proposta di legge firmata dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e dai senatori Daisy Pirovano e Giorgio Maria Bergesio (“Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo”) che dà alle questure la possibilità di negare manifestazioni che rientrino in una fallace definizione di antisemitismo. In pratica vietano le manifestazioni a favore della Palestina. Nota bene, sono gli stessi che reclamano la libertà di ricordare il nostalgico fascismo vietato dalla Costituzione.

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