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La crociata contro gli eco-attivisti, dal Regno Unito all’Italia di Giorgia Meloni – Lettera43

In Gran Bretagna chi protesta per il clima rischia il carcere. Con pene superiori a quelle previste per aggressione a sfondo razziale. Le organizzazioni per i diritti lanciano l’allarme, ma l’esempio britannico pare aver già attecchito nel nostro Paese. Come dimostrano il giro di vite sul blocco stradale e il caso Baggio. Questa destra non si fa mancare proprio nulla.

La crociata contro gli eco-attivisti, dal Regno Unito all’Italia di Giorgia Meloni

Stephen Gingell ha 57 anni e lo scorso 12 novembre insieme a una quarantina di persone ha trascorso mezz’ora su Holloway Road nel nord di Londra. Una marcia lenta per protestare contro i combustibili fossili e il cambiamento climatico. La campagna Just stop oil nel Regno Unito sta coinvolgendo giovani e adulti. A dicembre 2023 si è dichiarato colpevole di fronte al tribunale di Wimbledon. Il suo caso è stato trasferito al tribunale di Manchester che ha emesso la sentenza definitiva: sei mesi di carcere per avere violato l’articolo 7 del Public Order Act 2023 che vieta «qualsiasi atto che impedisca a macchine da stampa di giornali, centrali elettriche, siti di estrazione o distribuzione di petrolio e gas, porti, aeroporti, ferrovie o strade di essere utilizzati o gestiti in qualsiasi misura». L’organizzazione per i diritti umani Liberty ha criticato la condanna di Gingell. Katy Watts, un avvocato dell’organizzazione, ha detto che «è scioccante vedere sentenze così dure impartite ai manifestanti». «Questa», ha aggiunto, «è un’altra legge inutile e draconiana introdotta da un governo che è deciso a scoraggiare le persone dal difendere ciò in cui credono. È un chiaro tentativo di mettere a tacere le persone e per il governo di nascondersi da ogni responsabilità». All’avvocato per i diritti umani è toccato ricordare che «la protesta è un diritto fondamentale, non un dono dello Stato. Il governo dovrebbe proteggere il nostro diritto di protestare, non criminalizzarlo».

La crociata contro gli eco-attivisti, dal Regno Unito all'Italia di Giorgia Meloni
Una manifestazione di Just Stop Oil nel Regno Unito (Getty Images).

Nel Regno Unito da quando nell’aprile 2022 è iniziata la campagna Just Stop Oil sono stati arrestati 2 mila attivisti

Nell’ottobre del 2022 due attivisti sempre di Just Stop Oil hanno scalato un ponte sul Dartford Crossing, costringendo la polizia a chiuderlo al traffico. Morgan Trowland, 40 anni, e Marcus Decker, 34 anni, sono stati condannati a fine aprile del 2023 a più di due anni e mezzo ciascuno per aver causato un «disturbo pubblico». Il giudice Collery pronunciando la sentenza ha detto di avere voluto essere estremamente severo per evitare emulazioni. Da quando la campagna Just Stop Oil è iniziata, il primo aprile 2022, più di 2 mila persone sono state arrestate e 138 hanno trascorso del tempo in prigione. Lo scorso luglio, in un caso che ha avuto risonanza a livello internazionale, cinque manifestanti inglesi (tra cui il co-fondatore di Just Stop Oil Roger Hallam) sono stati condannati dai quattro ai cinque anni per avere partecipato a una riunione su Zoom in cui si pianificava una manifestazione di protesta sull’autostrada M25 che circonda la Greater London.

La crociata contro gli eco-attivisti, dal Regno Unito all'Italia di Giorgia Meloni
Protesta contro la condanna di Daniel Shaw, Louise Lancaster, Lucia Whittaker De Abreu, Cressida Gethin e Roger Hallam (Getty Images).

Il caso Baggio, l’applicazione della sorveglianza speciale e il Ddl anti-Gandhi

L’inquietante linea repressiva britannica ha lo stesso retrogusto dell’applicazione, in Italia, della sorveglianza speciale per Giacomo Baggio, attivista di Ultima Generazione. Per lui recentemente la questura di Roma ha chiesto due anni di obbligo di permanenza nel Comune di residenza, coprifuoco notturno dalle 20:00 alle 7:00, obbligo di firma quotidiano e divieto di partecipare a qualsiasi manifestazione a sfondo politico, compresi gli eventi culturali. Tutto questo mentre si discute alla Camera il cosiddetto “Ddl anti-Gandhi” che vorrebbe inasprire le pene per il blocco stradale e introdurre nuove fattispecie di reato specificamente modellate sulle proteste ambientaliste. Anche nel caso italiano lo scopo sarebbe quello di ottenere un effetto deterrente.

La crociata contro gli eco-attivisti, dal Regno Unito all'Italia di Giorgia Meloni
Giacomo Baggio (da youtube).

L’esempio di Londra sarà seguito dai Paesi autoritari. A partire dall’Italia meloniana

Linda Lakhdhir, direttrice legale di Climate Rights International, sul Guardian racconta che nel Regno Unito nel 2023, l’allora ministro degli Interni Suella Braverman ha introdotto una legge che consente alla polizia di fermare le proteste se disturbano anche «in misura minore» le persone che svolgono le loro attività quotidiane. Le novità legislative sotto i Tories hanno reso la pena per i manifestanti che si “attaccano” a un oggetto, per terra o a un’altra persona con una qualche forma di adesivo o manette più di due volte superiore a quella per aggressione a sfondo razziale. «Che a uno piacciano o meno le tattiche dei manifestanti climatici, la protesta pacifica – compresa la disobbedienza civile pacifica – è un diritto fondamentale», spiega Lakhdhir. «Coloro che si impegnano nella disobbedienza civile sono disposti a pagarne le conseguenze. Ma, in una società democratica, le leggi e la loro applicazione dovrebbero essere ragionevoli e le conseguenze proporzionate. In più di 10 anni di ricerca e difesa sul diritto di protestare, ho visto come le restrizioni a quel diritto portino a un soffocamento della società civile e a un governo che si isola dalle critiche dei suoi cittadini». Per Lakhdhir «l’esempio che sta dando il Regno Unito è quello che sarà seguito da Paesi autoritari desiderosi di giustificare i propri giri di vite sulle proteste». La sensazione è che il primo Paese autoritario che ha raccolto l’esempio sia proprio l’Italia di Giorgia Meloni.

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