Incapaci di governare secondo le regole che esistono da ottant’anni dalle parti del governo Meloni stanno pensando bene di inventarne di nuove perché il comandare da lontano sembri un sinonimo di amministrare. Nel mese di novembre è tornato prepotentemente d’attualità il tema del massiccio ricorso fatto dal governo allo strumento della questione di fiducia.
FdI starebbe ragionando sul “disegno di legge a data fissa” che entra automaticamente in vigore se non viene approvato dal Parlamento entro i termini
I voti di questo tipo che si sono tenuti in parlamento infatti sono stati ben 8, un nuovo record. Il ricorso alla fiducia è andato costantemente aumentando negli ultimi mesi, tanto che il governo Meloni ha raggiunto anche il primo posto (a pari merito con l’esecutivo guidato da Mario Monti) se si considera la media dei voti di fiducia per mese. Di pari passo l’abuso di decreti legge per comprimere ancora di più il potere delle Camere sta andando alla grande. Nell’attuale legislatura le conversioni di decreto rappresentano il 50% delle leggi approvate, un record assoluto.
E pensare che quando si trovava all’opposizione proprio Giorgia Meloni tuonava contro questa pessima abitudine. Ora il suo governo è quello che ricorre di più ai decreti in ogni mese: 3,83 nel primo anno in carica, contro i 3,20 del Draghi e 3,18 del Conte-2. Ciò implica spesso che le Camere debbano correre per svolgere il proprio ruolo di pulsantificio.
Ecco la soluzione: due disegni di legge per allungare i tempi di conversione dai canonici sessanta giorni a novanta. Secondo il Messaggero, Fratelli d’Italia starebbe ragionando anche sul “disegno di legge a data fissa” che entra automaticamente in vigore se non viene approvato dal Parlamento entro i termini fissati. Il premierato, de facto, non ha nemmeno bisogno di una riforma costituzionale.
L’articolo La destra allarga le maglie al decretificio Meloni sembra essere il primo su LA NOTIZIA.