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La famiglia Meloni quando serve non parlare di politica

Vale la pena riprendere i fili del fumo che le premiate sorelle Meloni hanno deciso di alzare in pieno agosto per coprire i buchi di una maggioranza che non riesce a mettersi d’accordo nemmeno all’ombra degli ulivi secolari.

Nel buen retiro della Valle d’Itria il clan (politico) delle Meloni ha avuto l’impellente bisogno di forgiare una prima pagina per accendere l’ennesimo dibattito sul niente. Nelle materie che contano del resto Meloni, Salvini e Tajani non sono mai stati così distanti come negli ultimi giorni, impelagati nei differenti desideri per la Rai, per i balneari e sulla guerra in Ucraina. 

L’articolo necessario l’ha servito in tavola il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti ripercorrendo teoremi di berlusconiana memoria: i “poteri forti” della magistratura in combutta con la “sinistra” (ah, vederla) vorrebbero colpire Arianna Meloni per affondare Giorgia. 

La collazione dei retroscena svela il sotto vuoto spinto. Al Corriere Sallusti dice di non avere parlato della sua prima pagina con la premier, su La Stampa si racconta che i vertici di Fratelli d’Italia conoscevano il contenuto del pezzo con largo anticipo. 

“Vogliono indagare Arianna”, strilla Il Giornale, e il teorema diventa l’assist perfetto per il gnegneismo del 19 agosto. La presidente del Consiglio non accetta che “si metta in mezzo la famiglia” ma usa la famiglia con molta disinvoltura quando deve evitare di mettere in mezzo la politica. Il resto è tutto piagnisteo. 

Anche oggi passerà parlando di niente. 

Buon lunedì. 

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