Adriana Marmiroli per LA STAMPA
Per qualcuno fino all’altro ieri non esisteva. Non esisteva che mafia e le sue «sorelle» alloggiassero comodamente all’ombra della Madonnina. Sono occorse clamorose azioni di polizia e svariati delitti eccellenti (o solo tragici e vergognosi) per far svegliare dal sonno infinito i bravi lümbard convinti dell’intangibilità del loro territorio. Perché mafia, ‘ndrangheta e camorra da noi stanno benissimo e fanno ottimi affari. Ancora più lucrosi, ora che c’è l’Expo in dirittura. L’attore Giulio Cavalli aveva già raccontato pochi anni fa in «A cento passi dal Duomo» questo «brodo di cultura», misto di affarismo, politica e criminalità apparentati, in cui faceva nomi&cognomi, business e atti giudiziari delle «famiglie» della mala organizzata. Era partito da lontano (Ambrosoli, Sindona, Calvi) per parlare della Gomorra meneghina: ne aveva guadagnato minacce e una scorta di polizia. Uomo ostinato e coraggioso, dopo la breve deviazione di «L’innocenza di Giulio. Andreotti non è stato assolto», torna ora con «Duomo d’onore. A cento passi dal Duomo, capitolo secondo» a ricucire gli eventi del presente a partire da quei fatti lasciati in sospeso nel 2010 e dalla maxioperazione «Crimine Infinito», che aprì qualche squarcio di verità e le porte di parecchie celle: l’Expo, il Pirellone e altri politici, il territorio lombardo da razziare, gli imprenditori conniventi e s(pa)ventati… Un racconto che è in progress quotidiano sull’onda della cronaca nera e giudiziaria. In scena sul palco del Teatro della Cooperativa che lo aveva ospitato anche allora, con l’accompagnamento dell’espressiva fisarmonica di Guido Baldoni, facendosi aiutare e ricorrendo al lavoro di diversi giornalisti «esperti» del settore – Gianni Barbacetto, Cesare Giuzzi, Davide Milosa, Mario Portanova, Biagio Simonetta e Giovanni Tizian – e del magistrato Giuseppe Gennari, Gip del Tribunale di Milano, per la regia di Renato Sarti, prosegue quella sua narrazione per cercare di capire se qualcosa sia cambiato dopo retate, arresti e processi. O il fenomeno sia così radicato e profondo da necessitare di bisturi ancora più incisivi.
Teatro della Cooperativa,
via Hermada 8, fino al 16 dicembre,
ore 20.45 (dom. 16),
18 euro, tel. 02-64749997