Il riconoscimento nel nome del giornalista ucciso nel 1984. Va a Giulio Cavalli, scrittore, autore, regista antimafia, il premio Giuseppe Fava, sezione giovani. Un premio all’impegno per il drammaturgo lodigiano, che ritirerà il riconoscimento lunedì 4 gennaio nell’aula consiliare di Palazzolo Acreidr (in provincia di Siracusa), città natale di Giuseppe Fava, il giornalista e scrittore ucciso nel gennaio del 1984 da alcuni esponenti del clan Santapaola. Un regalo inaspettato per Giulio Cavalli, che arriverà in Sicilia nella giornata di domani per partecipare alla manifestazione dedicata al direttore della «Gazzetta del Sud», anche carismatico fondatore de «I siciliani», storica testata antimafia, ucciso proprio per il suo impegno giornalistico contro la criminalità organizzata.Nella stessa occasione sarà premiato anche il giornalista Sigfredo Ranucci, collaboratore della trasmissione Report di Milena Gabanelli.«Sono sostanzialmente un teatrante stonato, forse un giornalista mancato, certo un appassionato di memoria e di racconto che coltiva un pensiero con mezzi diversi per uno stesso fine – ha commentato il regista lodigiano sul proprio sito web -, se mi sforzo di pensare a chi mi senta “vicino” per modi e sapori penso a Giuseppe Fava, al suo giornalismo con la schiena dritta, al suo teatro mai scontato e con il forte senso del dovere e alla sua quotidiana e genetica voglia di lottare per sentirsi vivo». Per questo ritirerà il premio «con il tremolìo emozionato di un bambino davanti ad un regalo inaspettato e con il sorriso per un “nome” poco nominato che speravo prestissimo di incrociare». Il primo appuntamento con il palco del premio Giuseppe Fava per Giulio Cavalli è per domenica sera. Dopo la tavola rotonda sul rapporto tra mafia, potere ed informazione a cui prenderanno parte, tra gli altri, l’onorevole Bendetto Fabio Granata e il senatore Beppe Lumia, della commissione parlamentare antimafia, Cavalli salirà sul palco con una serie di monologhi (Giuseppe Fava, un uomo e 500 euro e stai messo a posto a cui seguirà un estratto del suo spettacolo A cento passi dal Duomo). Il premio per la sezione giovani arriverà nella mani dell’autore lodigiano, lunedì 4, dopo il dibattito a cui prenderà parte, tra gli altri, anche Claudio Fava, il figlio del giornalista ucciso. «I critici teatrali sono i sacerdoti al ballo delle banalità, vivono paragonando sempre noi a qualcun altro. Io sono stato il nuovo Fo, il nuovo Paolini, il nuovo Celestini, poi sono diventato il nuovo Impastato perché semplicemente mi sono permesso di credere, come lo credeva lui, che la risata sia una delle armi più soddisfacenti per smerdare la vacuità morale dei boss mafiosi e per disonorarli – ha commentato Cavalli -: pur contento di essere accostato a queste persone, anche a livello professionale, però, io non c’entro nulla. Non sono un attore, per cui non arriverò mai ai livelli di Fo; non sono una persona a cui interessa fare memoria, ma più inchiesta, quindi sono molto lontano da Paolini, e se c’è una persona a cui mi sono sempre sentito vicino è invece Pippo Fava. Ricevere questo premio così inaspettatamente significa che esiste una giustizia delle consonanze».
Rossella Mungiello