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La memoria corta ne ferisce più della pistola

Il problema è che la memoria va allenata, tenuta lunga e invece gli italiani sono troppo occupati nella guerra tra bande, sono irretiti nella stanchezza del troppo lavoro troppo poco pagato oppure banalmente se ne disinteressano.

Per ricordare lo scorso capodanno basterebbe poca memoria. Il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo si presenta molto allegro al cenone di Rosazza, paese biellese guidato dalla sindaca Francesca Delmastro, sorella del sottosegretario alla Giustizia Andrea, presente ai festeggiamenti. 

Pozzolo ha un piccolo revolver, sta nel palmo di una mano, e mentre lo gingilla parte un colpo che si conficca nella gamba di Luca Campana, genero del capo scorte di Delmastro. Intorno ci sono famiglie e bambini. I fatti successivi sono perfino peggio: testimonianze rabberciate, il parlamentare pistolero che si contraddice. Risultato politico: Pozzolo “sospeso” dal partito in una delle rare conferenze stampa della sua capa Giorgia Meloni.

Peccato che la “sospensione” di un parlamentare sia un fondotinta retorico che non esiste nei regolamenti. Un parlamentare o lo cacci dal gruppo o te lo tieni. Tertium non datur. 

Undici mesi dopo Pozzolo finisce per caso in commissione Difesa per sostituire il vice ministro Edmondo Cirielli. Sta lì in rappresentanza del partito, Fratelli d’Italia, che lo avrebbe allontanato. Dal partito dicono che «si tratta di appoggio tecnico, dovrà tornare alla commissione Esteri e Affari comunitari», confermando che Pozzolo prende e esegue gli ordini. Il pistolero sospeso in commissione Difesa. Sembra un film ma è solo l’effetto della memoria stanca.

Buon martedì. 

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