Se dovessimo vergare le caratteristiche dell’homo melonicus potremmo attingere a ciò che è accaduto ieri in Parlamento, dove il caso Santanchè e il cosiddetto caso Sgarbi hanno delineato chiaramente le qualità che occorrono per diventare il meloniano perfetto nell’anno 2023.
L’homo melonicus – che in questo caso ha le fattezze femminili della ministra Santanchè – è qualcuno che sfoggia la sua ricchezza per martellare i poveri, riempie i suoi social di grandeur imprenditoriale, bastona i disoccupati come se fossero i falliti e poi quando gli tocca rendere conto al Parlamento frigna.
Ieri Santanchè s’è lamentata di vent’anni di sfottò sul “mio tenore di vita, le mie case, le mie amicizie, i nomignoli…”. Ci tocca ricordarle che quelle sono le uniche caratteristiche per cui è diventata celebre. Ricordarsi qualche caratteristica politica è un’impresa titanica.
L’homo melonicus, come la Santanchè, vorrebbe essere “ringraziato” per aver usato i suoi effetti personali per coprire i debiti della gestione fallimentare delle sue società. Le diamo una notizia, accade a tutti: bussa l’Agenzia delle entrate senza nemmeno un grazie.
L’homo melonicus fa lo sbruffone – come uno Sgarbi qualsiasi – ma trova sempre un ministro che lo censura con una mano e lo perdona con l’altra. Quello che conta è fare casino, alzare la polvere, coprire con le polemiche il loro peggiore vizio, quello di non sapere fare niente, nonostante riescano a trovare decine di argomenti per non parlarne. Usano anche i loro fallimenti, se servono per cambiare discorso.
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