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“La prossima alluvione se lo ricorderanno”

“La prossima alluvione se lo ricorderanno”. L’epigrafe per analizzare il voto in Emilia Romagna, dove il centrosinistra ha vinto le elezioni regionali, è firmata da Rita Dalla Chiesa che risponde così su X a un post del suo collega di maggioranza, il leghista Claudio Borghi, che lamentava i preparativi “per la fanfara”. 

Forse la deputata di Forza Italia non lo sa ma in poche parole è riuscita a esprimere il vulnus della destra di cui fa parte: la vendetta, sempre, ad ogni costo. Le elezioni politiche di qualsiasi rango per i partiti di governo sono l’occasione di accendere una sarabanda di umiliazione degli avversari (in caso di vittoria) oppure come in questo caso di malaugurio e disprezzo in caso di sconfitta. 

La politica per molti di loro è semplicemente uno strumento di prevaricazione, fine ultimo del raggiungimento del potere. Per questo quando il risultato non conviene ai loro desiderata non resta che tingere foschi futuri evocando ed evocare tragiche conseguenze. 

In fondo non è nient’altro che complottismo radicale, quello che lucra su ciò che potrebbe accadere per non prendersi la responsabilità di analizzare il presente con tutte le sue responsabilità. 

Rita Dalla Chiesa non è, come erroneamente molti pensano, una parvenu televisiva in gita per un quinquennio in Parlamento. Dalla Chiesa  è vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. È quindi classe dirigente del partito che Tajani vorrebbe presentare come diverso e illuminato nella fronda di maggioranza. 

«Parlo con il cuore. Speravo che gli emiliani capissero che era il momento di cambiare», si giustifica Dalla Chiesa. E anche il cuore come metafora altro non è che sensazionalismo applicato alla politica: populismo, tecnicamente. 

Buon martedì. 

L’articolo proviene da Left.it qui

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