[comunicato stampa] Da domani i lombardi saranno forzosamente informati, alle dimissioni in caso di ricovero o al momento della prestazione in caso di esami o visite, del costo sostenuto da Regione Lombardia per il loro iter diagnostico e terapeutico. Ai piani alti di Palazzo Lombardia la chiamano operazione trasparenza.
E già suona ridicolo che, in suo nome, si dica ai cittadini quanto si spende per loro mentre i consiglieri regionali debbano affrontare ogni volta una specie di odissea per accedere ai dati sanitari e poter esercitare il proprio ruolo di controllo. Ma il punto vero è che a noi sembra un passo pericoloso verso la compromissione del diritto universale alla salute. Dietro l’obiettivo dichiarato di responsabilizzare i pazienti, come se un intervento al cuore o una chemioterapia fossero scelte assunte in libertà e non percorsi obbligati e drammatici, sta infatti il palese tentativo di colpevolizzarli. Con una scorrettezza di metodo e di merito inaccettabile. Perché le cure non sono regalate dal sistema sanitario, ma già pagate a monte da tutti i cittadini non evasori attraverso le tasse. Tanto che si stanno giustamente sollevando molte voci preoccupate e contrarie anche trai medici.
Del resto questa nuova norma, contro la quale abbiamo appena presentato un’interrogazione, fa il paio con il criterio – riconfermato ieri – dei maggiori punteggi di valutazione ai direttori di Asl e ospedali che più risparmiano, trascinando sempre più la sanità lombarda verso un sistema in cui contano soltanto numeri e soldi, a scapito delle persone. A parziale consolazione, il possibile e imprevisto effetto boomerang che incombe su Formigoni e Bresciani. Se, come da tempo denunciamo, il monitoraggio della pressione arteriosa, per esempio, è tariffato a 42.23 euro, mentre per eseguirlo se ne pagano 48.45, dati dalla somma del ticket di 36.15 e del superticket di 12.30, da domani i cittadini lo sapranno. Insieme all’umiliazione di vedersi recapitare il conto sanitario, scopriranno, con la certezza del nero su bianco, di sborsare in molti casi, per diverse delle più comuni prestazioni, ben più del loro costo effettivo. E saranno, a ragione, doppiamente scontenti”