Ce la racconta Guido Scorza: la nuova SIAE o, per quanto detto, meglio ancora, le nuove Società di intermediazione collettiva eredi della vecchia monopolista – magari con forti specializzazioni per tipologie e categorie d’uso dei diritti – dovrebbero ibridare il modello della gestione collettiva dei diritti, consentendo, la più ampia – effettiva e di facile attivazione – elasticità possibile al titolare de diritti – chiunque esso sia – che voglia, in relazione a taluni usi o in taluni ambienti o, ancora, mercati geografici o merceologici, gestire autonomamente, magari attraverso modelli di licenza di tipo creative commons, i diritti sulle proprie opere.