Come al solito ci hanno detto e hanno scritto che oggi in Val di Susa qualche esagitato ha esagerato e ha avuto bisogno di essere rimesso in riga. Ormai questo Paese è così vecchio che anche le manipolazioni sono tutte un deja vu. Eppure non si tratta di non volere qualcosa (ricordo un assessore di Regione Lombardia che mi disse che ogni volta nasce un comitato contro qualcosa e noi lo mettiamo in preventivo e io mi sono sempre chiesto a chi è intestata poi la fattura) comunque sulla questione TAV esistono almeno tre proposte che hanno senso e che hanno bisogno di essere lette per capire le motivazioni analitiche che stanno dietro ai presidi. I Verdi ci scrivono come il potenziamento della linea Torino – Lione può essere concretamente realizzato attraverso investimenti infrastrutturali e tecnologici sulla rete esistente, Marco Ponti, Marco Brambilla, Stefano Erba illustrano come sarebbe possibile risparmiare (e non poco) e Andrea Debernardi (dati alla mano) racconta come i “buchi nei monti” si traducano, alla fine, “in buchi nei conti”: restando molto a lungo prevedibilmente, ma inesorabilmente, vuoti. Perché sapere è un dovere. Soprattutto un secondo prima di prendere il manganello in mano.