Il Piemonte dell’interno tra Fossano, Savigliano e Racconigi è un paesaggio che sembra disegnato apposta per il treno. Forse sarà che da quelle parti la ferrovia è antica come sono antiche le cose che dai per scontate, come la chiesa o la piazza e alla fine anche la stazione. E stamattina, mentre filavo tra quel Piemonte che sembra un plastico di trenini a grandezza naturale, ripensavo all’incontro avuto con le scuole nel teatro di Savigliano, mentre ragionavamo su quanto sia forte la parola che riesce addirittura a portarsi in spalla per l’Italia quella storia di Michele Landa che pensavano, forse, qualcuno, di avere bruciato insieme a lui e alla sua auto. E quando abbiamo deciso insieme, più i ragazzi di me, che forse davvero dovremmo cominciare ad imparare a fare pace con tutti quelli che fanno quel che possono, che dovremmo cominciare a pensare anche al diritto di avere paura oltre che pretendere eroismi in ogni dove ho visto una voglia, una pulizia che mi ha fatto credere che ogni incontro con loro per me è un fiore. Ecco, i ragazzi stamattina avevano una comprensione, una voglia di solidarietà che mi ha lasciato ottimismo. E me ne sono ripartito felice.
Così. Volevo dirvelo.