In campagna elettorale ci era capitato spesso di parlare dell’importanza di una legge che legittimasse il lavoro dei tanti che da anni nelle scuole portano i propri progetti di educazione alla legalità e alla Costituzione. Avevo promesso (e, soprattutto mi ero promesso) di portare avanti il progetto che nella scorsa Legislatura già Marco Cipriano aveva provato a trasformare in Legge. Per questo il PDL sull’educazione alla legalità è stato uno dei primi atti che ho depositato appena arrivato in Regione (praticamente in contemporanea con Chiara Cremonesi di SEL). Il lavoro in Commissione è stato (come sempre) un lavoro di mediazione che ha comunque mantenuto i punti cardine del progetto: la giornata del 21 marzo organizzata da Libera in ricordo delle vittime di mafia e l’importanza di seminare lo spirito di legalità partendo dalle scuole (come da anni associazioni sul territorio nazionale continuano a fare). Certo questo “annacquamento” tra bullismo e altro mi lascia un po’ perplesso, ma questo è il primo passo (obbligatorio) per costruire altro: oggi in un’Istituzione lombarda si riconosce il bisogno di combattere le mafie del territorio.
Dispiace un po’ come sia andata in Aula (l’Assessore La Russa ha proposto e poi ritirato un emendamento che chiedeva di estromettere dai progetti associazioni politicizzate e ha citato Libera come esempio di associazionismo di propaganda elettorale) e dispiace tutto questo superficiale e ignorante tran tran che sui giornali parla di legge – Bossi jr. I disegni di legge sono di IDV e SEL, tutti i partiti hanno lavorato per migliorarlo secondo i propri modi e Renzo Bossi è stato il relatore (scelto dalla maggioranza) che ha seguito il cammino della legge e l’ha portata in aula.
In parole povere è come complimentarsi con il cameriere per come ha cucinato bene il pollo, dimenticandosi del cuoco.