Processo per Domenico Zambetti, l’ex assessore regionale della Lombardia accusato di aver ricevuto voti dalla ‘ndrangheta. Il gup di Milano Andrea Ghinetti ha rinviato a giudizio l’ex politico con delega alla casa della giunta guidata da Roberto Formigoni e altre 8 persone nell’ambito delle indagini sull’infiltrazione della ‘ndrangheta in Lombardia. Il processo partirà il prossimo 8 maggio davanti alla prima corte d’assise.
Tra i rinviati a giudizio ci sono Eugenio Costantino, il presunto boss ritenuto dagli inquirenti uno dei principali referenti dell’ex assessore, l’ex sindaco di Sedriano, il comune dell’hinterland milanese sciolto per mafia, Alfredo Celeste, il chirurgo Marco Silvio Scalambra e Ambrogio Crespi, il fratello di Luigi, l’ex sondaggista di Silvio Berlusconi.
Il giudice ha inoltre condannato con rito abbreviato 12 imputati a pene che vanno dai 14 anni e 8 mesi ai 2 anni e 8 mesi di carcere. Inoltre ha accolto la richiesta di patteggiamento di un altro imputato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, e ha assolto una persona e ha stralciato alcune posizioni dichiarandosi incompetente e trasmettendo gli atti al tribunale di Cremona.
I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione esequestro di persona. Zambetti è accusato di voto di scambio con i boss. L’assessore avrebbe pagato 50 euro a voto i “pacchetti” di preferenze offerti dalla criminalità organizzata calabrese nella regione del Nord. Alle elezioni regionali del 2010, Zambetti aveva conquistato oltre 11mila consensi, risultando così tra i più votati. Ma per ottenere il risultato si sarebbe rivolto a ‘portavoce’ dei clan calabresi, pagandogli in varie rate circa 200mila euro.