Dopo Alessandra Mussolini il governo Meloni prende un metaforico schiaffo anche da Marina Berlusconi. “Se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere. Anche qui, vede, si torna alla questione di fondo, quella su cui non credo si possa arretrare di un millimetro: la questione della libertà”, dice l’imprenditrice figlia dell’ex presidente del Consiglio in un’intervista al Corriere della Sera. A dire il vero nella stessa intervista Marina Berlusconi esprime un concetto politicamente ancora più sostanzioso: “Dobbiamo fare i conti anche con un nemico interno, non meno insidioso”, spiega, “il successo alle Europee di movimenti con idee antidemocratiche non può non allarmare. Le preoccupazioni sulle conseguenze del prossimo voto negli Stati Uniti aumentano”.
E ancora: “La risposta però non può certo essere quella di rinchiudersi nei propri confini”. Non bisogna essere analisti politici per comprendere che l’editrice si riferisca all’avanzare dei gruppi in Europa dei Conservatori e riformisti europei di cui fa parte Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni e il gruppo Identità e democrazia capeggiato dalla Lega di Matteo Salvini. Insomma, la figlia del leader storico del centrodestra Silvio Berlusconi ritiene pericoloso l’arretrare sulle libertà civili e preoccupante l’avanzare in Europa dei movimenti di riferimento della presidente del Consiglio e del suo vice. Questo a proposito del mantra “il popolo è con noi” ripetuto ossessivamente da Meloni e dai suoi seguaci. Dopo Mussolini e Berlusconi che impartiscono lezioni di diritti a questo governo chi sarà il prossimo?
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