La strategia la indicano fin dalla mattina ed è sempre la stessa: vittimismo, in questo caso addirittura anticipato. “È evidente che sull’abolizione del Reddito di cittadinanza c’è chi, come Giuseppe Conte, Elly Schlein e la Cgil, soffia sul fuoco, sperando forse di ottenere un’estate torrida dal punto di vista politico”, spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti (nella foto) in un’intervista a Il Messaggero.
Foti e Ciriani avvertono il Centrosinistra e accusano: “Conte e Schlein soffiano sul fuoco”
È invece su La Stampa l’intervista del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: “È pericoloso agitare la piazza. – dice -. I Cinque stelle hanno creato un’enorme leva elettorale, assegni vitalizi per ottenere voti. Un sistema viziato alla base. E se qualcuno lo difende evocando la piazza si comporta in maniera irresponsabile”.
Possiamo immaginare gli editoriale di Feltri, Belpietro o Sallusti se nei prossimi giorni ci sarà un incidente qualsiasi, fosse anche un vaso di fiori spostato durante una manifestazione: “Ecco i mandanti morali del caos”, titoleranno. Il contenuto degli editoriali e delle dichiarazioni politiche è talmente scontato che non vale la pena nemmeno sprecare qualche riga. Il comandamento del Governo è di “tirare dritto”, disinteressandosi delle macerie e delle persone schiacciate dalla furia di propaganda.
Qui non si tratta solo della cancellazione di un sussidio che getta migliaia di italiani nella disperazione. La battaglia contro il Reddito di cittadinanza sulla pelle dei poveri è una prova di forza – l’ennesima – per dare ai propri elettori la soddisfazione della vendetta, mica del governo. Di “macelleria sociale” parla il deputato del Movimento 5 Stelle Sergio Costa: “Quanto sta accadendo in questi giorni in Italia non è degno di un Paese civile. Chi ha perso il reddito di cittadinanza è abbandonato a se stesso, alle sue difficoltà. Non è l’Italia che i nostri padri hanno contribuito a costruire”, spiega.
Ma la povertà non è una preoccupazione solo del M5S, nonostante a qualcuno faccia comodo raccontarla così. Il segretario dei Radicali Massimiliano Iervolino spiega che “il Governo Meloni conferma la volontà di perseguire una politica punitiva nei confronti di soggetti deboli e in condizioni di disagio, voltando le spalle ai principi dell’universalismo selettivo e del reddito minimo, applicati in quasi tutta Europa, riducendo la platea degli aventi diritto e rendendo inaccessibile l’Adi per molte persone e famiglie in condizioni di effettivo bisogno”.
Riccardo Magi di +Europa parla di “brutalità gratuita”, il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto parla di “una destra docile con chi sfrutta, ammiccante con chi evade, feroce con chi non ha nulla”. Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Associazione dei Comuni è allarmato perché, dice, “erano anni che non vedevo la gente sotto gli uffici del Comune” e parla di un “errore nella forma e nella sostanza”.
Dure le opposizioni. Quanto sta accadendo sul Reddito di cittadinanza è indegno di un Paese civile
A proposito di forma ieri la Cgil Abruzzo Molise ha comunicato che l’sms di governo che annunciava la cancellazione del Reddito di cittadinanza è arrivato a 9.795 persone (5.204 i nuclei familiari) molisani generando “disperazione e sconforto tra chi già quotidianamente deve fare i conti con la povertà e tutto quello che questo comporta”. Sempre la Cgil avvisa che “in Puglia il 27,5% delle famiglie vive condizioni di povertà relativa”. Ci penseranno i Comuni, dicono dal Governo.
Gli assistenti sociali di Campania e Toscana ieri hanno chiesto un intervento urgente almeno alle Regioni: manca il personale, mancano le informazioni, manca tutto. Non sarà un autunno caldo perché la temperatura sociale è alta già ora, qui. Non basterà la campagna di comunicazione avviata in ritardo dall’Inps. Non basta la retorica sui fannulloni ripetuta a pappagallo da Salvini. Non basterà, come scrive in una nota il Segretario di Presidenza alla Camera e deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo Zucconi, dire “di non voler prendere lezioni dall’opposizione”. La povertà, quando stringe, se ne frega della dialettica politica.
L’articolo Li vogliono poveri e zitti. Chi osa protestare è un agitatore di piazza sembra essere il primo su LA NOTIZIA.