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Libero spara su Sos Mediterranee e la ong risponde per le rime

Oggi è il turno della Ong SOS Mediterranee, costretta a smontare un castello di accuse incrociate che arrivano dal quotidiano Libero e che sono state rilanciate da Fratelli d’Italia. L’Ong ha pubblicato una dichiarazione ufficiale per rispondere all’articolo dal titolo “Migranti intercettati, Ong boicottano trasporto clandestini in Albania” e al tweet del partito della premier Meloni che, sull’onda dello scoop del quotidiano, rilancia le accuse.

Il fumo delle accuse: tra propaganda e realtà

Secondo Libero le navi delle Ong, come la Ocean Viking di SOS Mediterranee, verrebbero impiegate per “intercettare” i migranti con l’obiettivo – si legge nell’articolo – di ostacolare i trasferimenti verso l’Albania, in ottemperanza al recente accordo di cooperazione stipulato dal governo italiano. Non solo: le Ong, secondo questa narrazione, avrebbero instaurato una strategia di “coordinamento” volta a mantenere la rotta verso l’Italia come approdo preferenziale, incuranti delle direttive nazionali. Ma quanto di tutto questo trova conferma nei fatti?

SOS Mediterranee, con una risposta immediata, rispedisce al mittente le accuse. Secondo Valeria Taurino, direttrice di SOS Mediterranee Italia, “non c’è mai stata né una richiesta, né tanto meno un ordine, alla nostra Ocean Viking o ad altre imbarcazioni di trattenere migranti per impedire il loro trasferimento”. SOS Mediterranee anzi denuncia come la rappresentazione sia stata distorta, spinta all’estremo con parole che generano ostilità, stigma, confondendo la funzione di salvataggio con una manovra politica.

La risposta di SOS Mediterranee: soccorso, non sabotaggio

Ma c’è di più. Libero, citando fonti anonime del Viminale, parla di un documento riservato, eppure – fa notare Taurino – di tale documento non esiste traccia verificabile. Anche il Viminale tace, mentre la confusione mediatica viene lasciata incancrenirsi in un paese dove l’immigrazione è già terreno di contesa politica. E proprio su questo tasto batte Fratelli d’Italia, che attraverso i propri canali social rilancia: “Le Ong stanno boicottando l’accordo con l’Albania. Gli italiani devono sapere la verità.” Una verità che, però, non trova né conferme né riscontri: nessuna Ong, SOS Mediterranee in testa, è mai stata formalmente avvertita di un presunto boicottaggio delle operazioni di trasferimento. Gli unici ordini che la Ocean Viking segue – precisano – sono quelli previsti dalle leggi internazionali e dai regolamenti Sar (Search and Rescue), e il loro mandato è e resta il salvataggio in mare.

SOS Mediterranee svolge il proprio lavoro in uno dei tratti di mare più pericolosi al mondo, un cimitero liquido che ha visto già oltre 30mila vite spezzarsi negli ultimi anni. Le operazioni di salvataggio sono obblighi, non scelte, che rispondono al diritto marittimo internazionale e alle convenzioni Sar, firmate anche dall’Italia. Il comunicato dell’Ong non lascia spazio a interpretazioni: “Non esiste coordinamento strategico tra le Ong e nessuno si sta opponendo ai piani del governo per boicottare le espulsioni”. Una dichiarazione limpida, che però non sembra sufficiente a fermare la macchina della disinformazione, implacabile quando si tratta di avvelenare il dibattito.

È  la solita china pericolosa che il governo Meloni sta imboccando: l’uso dei media per trasformare le Ong in un nemico di comodo, da dare in pasto all’opinione pubblica in momenti di tensione politica. L’accordo con l’Albania, celebrato con enfasi dalla premier Giorgia Meloni, prevede il trasferimento di migranti in strutture oltremare, sollevando molte domande su gestione e diritti, ma queste domande restano sospese, mentre si punta il dito contro chi salva vite. Così focus non è più sulla realtà dei fatti, ma su un’illusoria “collusione” che trasforma la missione umanitaria in azione politica.

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