Possono dormire tranquilli coloro che rimpiangono la dipartita di Silvio Berlusconi come protettore di interessi che hanno a che vedere con l’impunità travestita da garantismo. Prima di una piazza, di una via o di una statua equestre in sua memoria i suoi amici hanno deciso di intitolargli una riforma della giustizia che tra gli effetti collaterali potrebbe provocare alcuni inconvenienti come il “forte rischio che gli indagati fuggano se bisogna avvisarli dell’arresto” (parole del presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia).
Sia chiaro: gli indagati avvisati della possibilità di essere arrestati sono ovviamente solo i colletti bianchi. Per i poveracci invece si prosegue sulla strada dell’abolizione del reato di tortura e del teaser dato in dotazione anche alle maestre d’asilo. Tra gli effetti collaterali ampiamente previsti possiamo già prevedere la pelle d’oca dell’Unione europea che invita tutti i Paesi membri a dotarsi del reato di abuso d’ufficio mentre il Guardasigilli Nordio ha pensato bene di cancellarlo.
Per cancellare gli abusi in effetti basta cancellare il reato di abuso. Come per le torture. E quando il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha avvisato che spesso l’abuso d’ufficio è un reato spia di fattispecie ben più gravi come la corruzione questi non hanno battuto ciglio. “Non si va a strascico”, ha risposto Nordio. È esattamente la giustizia che sognava Silvio: sei colpevole solo se sei povero, sei troppo ingenuo o hai troppi pochi amici.
Per quanto riguarda il bavaglio alla stampa basti sapere che con la nuova norma non avremmo mai potuto vedere le fotografie delle violenze nella questura di Verona. Non sapremmo le conversazioni degli europarlamentari indagati in Belgio nella vicenda del Qatargate. Buio assoluto sui provvedimenti di fermo giudiziario riguardanti i padrini della nuova mafia quando si infiltrano nella politica e nell’economia.
Sarebbe stata vietata per legge anche la fotografia dell’aggressore della turista israeliana a Termini che è stata necessaria tra l’altro per riconoscerlo e arrestarlo. Tutto questo, sia ben chiaro, intitolato alla memoria di Berlusconi da quelli che per giorni hanno accusato gli altri di usare il dolore per fini politici. Che capolavoro.
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