Notizie del Corriere che passano in secondo piano nel cassetto delle futili fragilità.
L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce) ha approvato con 108 voti favorevoli su 151 il rapporto con cui si chiamano in causa Italia, Spagna e Malta, oltre che la Nato, per la morte di 63 migranti avvenuta nel Mediterraneo nel marzo del 2011. Nel votare il dossier l’assemblea ha rifiutato la totalità degli emendamenti presentati dai rappresentanti del Ppe della delegazione italiana che miravano a eliminare la parte del testo in cui si asserisce che l’Italia come primo Paese ad aver ricevuto la chiamata di aiuto era da considerarsi responsabile per il coordinamento degli aiuti.
Secondo il blog Fortress Europe, che da anni monitora le morti nel Mediterraneo raccogliendo le storie dei sopravvissuti e dei famigliari delle vittime, «dal 1994 nel solo Canale di Sicilia sono morte almeno 6.226 persone, lungo le rotte che vanno da Libia, Tunisia e Egitto verso le isole di Lampedusa, Pantelleria, Malta e la costa sud orientale della Sicilia. Più della metà (4.790) sono disperse. Il 2011 è stato l’anno più brutto: tra morti e dispersi, sono scomparse nel Canale di Sicilia almeno 1.822 persone. Ovvero una media di 150 morti al mese, 5 al giorno: un’ecatombe. E senza tenere conto di tutti i naufragi fantasma, di cui non sapremo mai niente».