Ricapitoliamo, anche se è molto semplice:
in Lombardia la Lega Nord disse di essere stata costretta a “staccare la spina” a Roberto Formigoni per i troppi dubbi e le troppe contiguità del governatore e dei suoi fedelissimi nell’ambiente della sanità lombarda. Fin qui sembrerebbe anche “potabile” come azione se non fosse che quel sistema malato della sanità lombarda la Lega l’ha costruito insieme al PDL per tutti questi anni ma tant’è, magari i leghisti si sono ravveduti cammin facendo, viene da pensare.
Roberto Maroni si candida presidente della Regione Lombardia rivendicando discontinuità con il formigonismo e una svolta nella gestione della regione. Qualcuno (i più arguti e i più comunisti) gli fa notare che però la coalizione che lo sostiene ha anche il PDL: vero, dice lui, ma il candidato presidente è leghista e quindi sarà la Lega a ergersi a garante del nuovo corso.
Oggi Maroni presenta la nuova giunta regionale e si scopre che alla sanità c’è Mario Mantovani: uomo PDL, molto vicino a Paolo Berlusconi e tra l’altro fondatore della Mantovani Onlus proprietaria di quattro Residenze per anziani e di una Residenza per disabili.
Insomma Maroni comincia la sua avventura alla guida della Lombardia svendendo subito la delega più importante al berluscones meno presentabile per il ruolo.
Buona notte, Lombardia.