“Non posso dare valutazioni politiche, ogni volta che ci sono elezioni di qualsiasi genere c’è sempre ritornello su codice autoregolamentazione. Ma se chi fa le liste conosce chi ci mette, fa un calcolo cinico, mette pregiudicati o faccendieri e calcola che una fetta di elettorato comunque li voterà. Quindi ogni volta ci si meraviglia, io invece mi meraviglio che la gente continui a meravigliarsi”. Così si è espresso Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria e con Antonio Nicaso autore di Oro bianco (Mondadori editore, 263 pagine, 18 euro), intervistato a Varese nella quarta tappa del tour di “Panorama d’Italia da Maurizio Tortorella, vicedirettore del settimanale.
“Un terzo delle banconote da 500 euro circolanti in Europa si trova in Spagna, che non a caso è il ventre molle europeo della lotta alle mafie. In Spagna” ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria “ci sono colonie di colombiani, e depositi ognuno da dieci tonnellate di cocaina. Abbiamo indagato su agenzie che chiedevamo il 5% di provvigione per fare arrivare soldi in Sudamerica e l’agenzia ricevente trattiene un altro 5%”, ha aggiunto Gratteri: “Solo il 9 per cento di questo denaro sporco torna in Sudamerica, il resto rimane in Europa, e questi narcotrafficanti stanno comprando di tutto in tutta Europa”.
Nel suo libro Oro bianco, Gratteri specifica che il 36% di tutto il valore monetario degli euro circolanti in Europa è in banconote da 500 euro, e che un milione di euro espresso con queste banconote pesa solo 2 chili e duecento grammi, mentre in dollari pesa undici chili. “Milano è la più grande piazza europea per il consumo di cocaina” ha detto. “Ma il business della cocaina” ha aggiunto il magistrato “alimenta enormi interessi economici in tutta Europa”. E ha aggiunto: “Noi ci siamo interessati molto della elite della ’ndrangheta. Una grande ricchezza è in mano al 3-4% degli ‘ndranghetisti, gli altri sono utili idioti, portatori d’acqua al pozzo del capo locale. Avevamo un indagato il quale stava comprando due navi dall’Imi, acciaierie a San Pietroburgo. Quando la ‘ndrangheta va in Germania compra alberghi, ristoranti, pizzerie. Qual è il problema? Io quando vado a Strasburgo mi arrabbio e sono un po’ duro, perché vedo e dico che c’è un’Europa solo economica, che s’interessa solo dell’aspetto bancario e di finanza, di quote latte… Ma intanto che cosa sta accadendo? In Europa non c’è cultura del controllo del territorio. L’Unione non è attrezzata per contrastare le mafie. La legislazione antimafia italiana è la più evoluta al mondo,e non basta, ma nel resto d’Europa è peggio. Nell’Ue centrale c’è il nulla, è piena di ‘ndranghetista e camorristi. Quando li vedete arrestare in qualche Paese del Centro Europa siamo noi, dall’Italia. Ad esempio: in Olanda non si possono fare provvedimenti di ritardato sequestro, appena si sa che c’è qualcuno ibn possesso di 2 chili di droga bisogna arrestarlo. Figuratevi andare a parlare a Strasburgo di 416 bis: quando al Parlamento europeo ho detto che in Germania c’è la ‘ndrangheta c’erano dei parlamentari tedeschi che mi volevano mangiare, come in Svizzera”.
Come ministro cosa avrebbe fatto per prima cosa? “Il 29 luglio 2014” ha risposto Gratteri “si è insediata la commissione da me presieduta, avevo accettato perché senza fini lucro e potevo sceglierne i componenti. Abbiamo presentato un articolato modificando 150 articoli di legge. Per fare questa riforma ci siamo dati delle regole: non abbassare il livello delle garanzie; applicare l’informatica al processo, dire basta alla carta. Usare posta elettronica, videoconferenze, lo scopo generale è quello dinon rendere conveniente delinquere. Alla fine del 2014 finiamo il lavoro, nel gennaio 2015 abbiamo presentato il nostro lavoro a premier e ministri. Ora sta al governo decidere se e cosa portare in Parlamento. A me basterebbe vedere approvato il 50 per cento delle nostre proposte. Sarebbe una rivoluzione”.
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