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Lo stalker finisce agli arresti. Ma solo dopo un articolo

Un quarantenne di Aprilia due anni fa si è mostrificato in stalker nei confronti di una donna che era la sua ex compagna e che è madre di quattro figli. La donna per provare a difendersi ha presentato trenta denunce, una in fila all’altra. Una sequela di foto, video, messaggi e testimonianze presentate alle forze dell’ordine. Trenta denunce che non hanno smosso un divieto di avvicinamento, un arresto per seriali, una messa in sicurezza per la donna e i suoi figli.

La donna per provare a difendersi ha presentato trenta denunce, una in fila all’altra

In un’intervista all’edizione romana del Corriere della sera la donna racconta delle volte in cui le aggressioni sono accadute in pubblico, perfino di fronte alle forze dell’ordine lui le ha gridato “infame ti ammazzo!”. Entrando da una finestra rotta e sfasciando ogni casa nell’abitazione di lei. “Erano le 9,30 di mattina e aveva bevuto. Accade spesso. Ho tentato di fronteggiare la situazione. Ma tutto questo ha un costo in termini psicologici”, racconta la donna alla giornalista Ilaria Sacchettoni. Le carte sono rimaste ferme per mesi.

Non si è pensato nemmeno di fare scattare il codice rosso, le misure studiate proprio per tutelare le vittime di stalking. La donna nell’intervista dice: “Non voglio pensare che in Italia la legge funzioni solo se si è potenti ma temo che ai comuni mortali resti solo la speranza di non essere uccisi dal proprio carnefice”. Del resto qui da noi di femminicidi si discute solo con la vittima per terra. L’articolo esce in edicola e poco dopo l’uomo viene arrestato, anche in considerazione dei suoi precedenti penali. Rimane un terribile dubbio: sarà solo una coincidenza

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