Infrastrutture Lombarde spa è una società con capitale interamente della Regione Lombardia, secondo l’art. 5 dello statuto societario.
Il direttore generale è l’Ing. Antonio Rognoni, indagato per la costruzione della nuova sede della Regione Lombardia per turbata libertà degli incanti e concussione. L’inchiesta è partita dal pm di Potenza, Henry John Woodcock, che ha trasferito gli atti per competenza territoriale ai pm milanesi Frank di Maio e Paolo Pirrotta. La costruzione della nuova sede della Regione Lombardia è stata appaltata da Infrastrutture Lombarde spa al Consorzio Torre, di cui Impregilo ha una quota superiore al 90%, per un importo di oltre 185 milioni di euro. La stessa azienda nel 1991 (allora si chiamava Cogefar) si aggiudicò la gara per la messa in funzione dell’ ospedale dell’Aquila, quel San Salvatore che non è sopravvissuto al sisma del 6 aprile. Inchiesta archiviata nel dicembre 2009 , come da articolo apparso sul Corriere della Sera del 12 aprile 2010, http://archiviostorico.corriere.it/2010/aprile/12/Milano_bocciano_intercettazioni_Woodcock_co_8_100412017.shtml
L’Ing. Rognoni, tra l’altro, è stato nominato dal presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, in qualità di commissario delegato per la ricostruzione e la funzionalità degli edifici e dei servizi pubblici, “soggetto attuatore” per le opere offerte dalla Regione Lombardia. Per completezza informativa, Il soggetto attuatore è per definizione il soggetto deputato in via principale alla realizzazione di un progetto, una sorta di supervisore, manager e, comunque, il vertice di una piramide con amplissimi poteri.
Tornando alla situazione lombarda, il 7 maggio scadono i termini per affidare il primo lotto dei lavori per il restauro del corpo centrale della Villa Reale di Monza. La regione per iniziare il restauro ha utilizzato la Infrastrutture Lombarde spa per affidare i lavori (la parte pubblica investe 15 milioni di euro, mentre il privato 8 milioni). Al privato viene rilasciata una concessione d’uso della Villa monzese per 30 anni. I dubbi, in primo luogo, sorgono sulla scelta del privato, poiché la società diretta dall’Ing. Rognoni non ha emesso un bando pubblico, bensì una concessione di lavori pubblici per un privato con una grande disponibilità economica, che dovrebbe investire nell’arte per l’arte, situazione alquanto improbabile soprattutto in un periodo di crisi economica.
In secondo luogo, ci si chiede per quale motivo sia in atto questo tentativo di privatizzare la Villa Reale che, tra l’altro, obbligherebbe l’ISA (Istituto Statale d’Arte), presente nell’ala sud del complesso architettonico, a spostarsi. Per far sloggiare la scuola è già pronto un progetto di 12 milioni di euro per costruire un nuovo istituto sull’area della ex caserma IV Novembre al Rondò dei Pini di Monza.
In conclusione, al di là dell’ennesimo tentativo di privatizzazione tipicamente lombardo, ci si chiede come sia possibile affidare a persona indagata per turbata libertà degli incanti e concussione, proprio in appalti pubblici, lavori significativi di un bene pubblico come la Villa Reale di Monza. È, inoltre, da evidenziare il fatto che la regione Lombardia affida ad una struttura formalmente privata, Infrastrutture Lombarde spa, attività che dovrebbero essere svolte in regime di libera concorrenza con gare di evidenza pubblica. Per questo motivo la Cgil Lombardia ha predisposto un esposto alla Commissione Europea.