“Se fossi stato al posto di Di Pietro, il giorno dopo la vittoria alle europee, avrei proposto a me la carica di vice suo. Sarebbe stata una mossa intelligente” – “A volte sceglie persone impresentabili o modeste, che nulla hanno in comune con l’Idv (…) Bastava andare dal fruttivendolo o dal giornalaio per sapere chi era De Gregorio. L’Italia dei Valori è a un bivio: può veramente diventare un grande partito ma deve evitare questi errori ”. – “Ci sono persone che hanno avvertito come troppo forte l’asse tra me e Di Pietro. Vorrei evitare di personalizzare, ma credo che la resistenza maggiore sia quella di Donadi, di Messina, di Rota. Sono i colonnelli del partito. Quelli che temono che un domani io ne diventi il presidente. Che, in caso di un governo della sinistra, io possa diventare ministro”. – È un po’ brutto vedere che nell’Idv siamo considerati inaffidabili come se fossimo degli ospiti. Vorrei ricordare che io ho portato mezzo milione di voti. Ho portato il partito dal 4 all’8 per cento. Ho portato quattro milioni di euro in rimborsi elettorali, senza che il partito mi abbia dato nemmeno una scheda telefonica prepagata”.
Il prossimo che mi dice che non è vero che su queste questioni Cavalli e De Magistris siano allineati gli stringo la mano, giuro.