Perché se il candidato fosse Umberto Ambrosoli, persona rispettabilissima e apprezzata, in tanti vorrebbero sapere che modello di sanità o di scuola ha in mente per la Lombardia, quali sono le sue priorità in campo sociale ed economico, quali sono i mezzi da lui pensati per combattere la criminalità organizzata e il sistema di convergenze che hanno inquinato e inquinano la vita politica e istituzionale in tutta la Lombardia. E non si risponda che ancora è presto, perché il voto non è lontano e i temi sono troppo importanti per poterli esporre compiutamente in un paio di mesi. Siamo in un momento cruciale, in una regione cruciale, dove la discontinuità con il passato è l’obiettivo irrinunciabile, fondamentale.
Siamo nella fase in cui, cadute di stile e di credibilità favoriscono il voto di protesta e l’avanzamento di forze atipiche, che rappresentano una rischiosa incognita per quel che riguarda la governabilità e che, su numerosi temi di vitale importanza, sono lontanissime dalla visione della sinistra. Commettere errori come quello delle primarie è diabolico, oltre che ridicolo. C’è ancora tempo per rimediare almeno sulla chiarezza dei programmi o, meglio, sull’esistenza di un progetto preciso che vada al di là delle dichiarazioni di apertura ad aree politiche che nulla hanno a che fare con il centro-sinistra. Bisogna fare in fretta, perché sprecarne ancora di tempo e di parole rischia di far resuscitare quello stesso sistema che si annuncia di voler abbattere. Ed allora, non pensare male sarebbe davvero complicato.
Vale la pena leggere Massimiliano Perna qui.