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Mai tante fughe dall’Albania. Dove Meloni deporta migranti

Il ministro agli Esteri Antonio Tajani assicura che va tutto bene. Secondo lui il blocco della Corte costituzionale albanese sull’idea della presidente del Consiglio Giorgia Meloni di esternalizzare i Centri per il rimpatrio in Albania si scioglierà presto. Nessun dubbio sui diritti umani, sul rispetto delle leggi europee e internazionali. Nulla.

Secondo Tajani il blocco della Corte costituzionale albanese sull’idea della Meloni di esternalizzare i Centri per il rimpatrio in Albania si scioglierà presto

Ieri però il Coordinamento nazionale e il Gruppo Immigrazione di Area ha posto una domanda a cui né Meloni né Tajani e nemmeno gli altri componenti della ciurma di governo sanno rispondere. Se è vero che i presupposti per il trattenimento e per il riconoscimento del diritto alla protezione internazionale o nazionale della persona migrante restano gli stessi che si applicherebbero se la procedura si svolgesse integralmente in Italia, resta il quesito: perché in Albania Qual è l’utilità per la gestione dei flussi migratori della dislocazione in un Paese extra Ue di una costosa e limitata fase della procedura di asilo?

Anche perché – come sottolinea il gruppo di avvocati – l’Albania non ha fatto nessun progresso per consentire ai migranti l’accesso alle procedure di asilo, così come restano immutati tutti i problemi relativi alle procedure di rimpatrio. Lo scrive nero su bianco ill “progress report” dell’8 novembre 2023 della Commissione europea sull’avanzamento del Paese nel percorso di adesione alla Ue. E poi c’è il paradosso: sono in forte aumento i cittadini albanesi che chiedono rifugio in Paesi dell’Unione europea, a cominciare dall’Italia: più 65% nel 2021, per un numero totale di 11.300 persone e ancora di più, 13.100, nel 2022 (fonte Eurostat). La vedete la scemenza

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