È un bel libro, quello di Alessandro Esposito. Scritto con carne di cuore nella penna per raccontare un pezzo di Napoli in cui la criminalità organizzata sarebbe tradita raccontata solo attraverso la lente dei grandi boss e della poesia. Questo è il diario lercio di uno spacciatore che vive nella periferia più malsana di Napoli, ai bordi di una metropoli violenta e immorale tra donne da conquistare e trans da fottere. Questa è la vita depravata di un ragazzo senza nome che ha avuto come scuola la strada. Come madre una zoccola. Come padre un bidello cornuto. Un ragazzo che è un re magio in un presepe chimico illuminato da mille neon color piscio..
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