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Giorgia Meloni torna ospite di quelli di Vox, questa volta non urla, ma i contenuti fanno schifo lo stesso. C’è il solito Bertolaso e c’è Licia Ronzulli che pretende un ministero. Eccoci al nostro quotidiano bestiario di governo.
MELONI TORNA DA VOX CON LA VOCE BASSA
La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è intervenuta con un videomessaggio all’evento del partito spagnolo Vox e ha ironizzato sul suo discorso dell’ottobre 2021: «Questa volta parlo a voce bassa. La stampa e la sinistra in Italia saranno obbligate a confrontarsi su questi argomenti» dice subito dopo aver parlato della politica di immigrazione cinese, dalla natalità e della libertà educativa della famiglia. Meloni si avvicina alla telecamera e abbassa la voce come parlando direttamente ai cittadini.
«La straordinaria vittoria di Fratelli d’Italia e del centrodestra ha prodotto un grande entusiasmo» ha detto in apertura del videomessaggio registrato. «Avremo la grande responsabilità di dare risposte immediate ai problemi degli italiani, non abbiamo un minuto da perdere».
Non ha ancora capito che il problema sono i contenuti, mica il tono di voce. E infatti durante la manifestazione i suoi colleghi ospiti hanno detto cose del come «stiamo facendo una lotta di civilizzazione. I socialisti difendono i pederasti e i violentatori» e «il socialismo distrugge la nostra patria, la nostra economia, le nostre famiglie, è il nemico più grande che abbiamo». Robe che fanno schifo con qualsiasi tono di voce.
UN BERTOLASO È PER SEMPRE
Non si può dire di avere vissuto se nella vita non vi è mai capitato di leggere Guido Bertolaso candidato a qualcosa per risolvere problemi, come il signor Wolf nel film di Quentin Tarantino. Questa volta si parla di lui al ministero della Salute. Chissà, magari ci sarà il massaggio di cittadinanza.
CONTINUA L’AGIOGRAFIA DI GIORGA MELONI
Pezzo del Corriere della Sera: “Mitologia vuole che Giorgia non abbia paura di niente e di nessuno, se non degli scarafaggi, intesi non in senso metaforico, ma proprio quegli insettoni”. Poi: “Ma Giorgia fa molto da sola, seguendo la massima che recita «comanda e fai da te e sarai servito come un re». E allora racconta di non aver dato mai neanche un tiro a una canna, di non essersi mai ubriacata, di non avere mai alzato il braccio nel gesto del saluto romano”.
Incredibile il finale: “Lenin – scrive il giornalista del Corriere della Sera – per il suo libro copiò il titolo, Che fare, da un romanzo del 1863, scritto da Nikolaj Gavrilovic Cernysevskij mentre era detenuto nella fortezza di Pietro e Paolo a Pietroburgo, per la sua attività sovversiva. La protagonista, Vera Pavlovna, è decisa a vivere la sua vita senza accettare compromessi e senza rinunciare alla sua indipendenza. Certo, quello è un romanzo”. Una volta si diceva “santa subito”. Ora siamo addirittura al “santa prima”.
IL NODO RONZULLI
Per avere un’idea del momento politico attuale basta un indizio: da giorni si discute su quale ministero dare a Licia Ronzulli (nella foto), di Forza Italia. Stanno vedendo se c’è una poltrona che avanza. Lei si è offesa è ha dichiarato: “se Di Maio è stato ministro degli esteri non vedo perché io non dovrei essere all’altezza”. La plastica dimostrazione che la via del “meno peggio” porta sempre verso l’ancora peggio.
GIORGIA È USCITA DAL GRUPPO
Meloni esce dalla chat dei parlamentari di FdI: “Le vostre fughe di notizie mi danneggiano.” Tra poco diventerà come Calenda e comincerà a non essere d’accorso con sé stessa.
CHE FAREBBE SALVINI AL MINISTERO DELLA NATALITÀ?
Sui social girano meme divertenti ma significativi: c’è Salvini che suona al citofono e chiede all coppie se stanno regolarmente copulando. Quando si dice diventare parodia di sé stessi.
10-segue
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