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Migranti e tribunali, la nuova linea: cercasi giudici che dicano sì al governo

Tradendo un’evidente difficoltà nella comprensione delle leggi italiane e una manifesta debolezza politica nel governarle, il governo Meloni decide ora di tornare alle vecchie tradizioni berlusconiane e punta direttamente sui giudici. Se la sezione immigrazione del Tribunale di Roma prende decisioni che vanno di traverso alla maggioranza, si cambia semplicemente il giudice, poiché non possono “licenziarli” come farebbe l’eccentrico Elon Musk.

L’emendamento è firmato da Sara Kelany, deputata di Fratelli d’Italia, che lo ha presentato nel Decreto flussi in Commissione Affari Costituzionali, proponendo di modificare la normativa sulle convalide dei trattenimenti e di spostare la competenza dalle sezioni dei tribunali specializzate in materia migratoria alla Corte d’Appello.

La sezione immigrazione del Tribunale di Roma è stata istituita nel 2017 in seguito al decreto Minniti-Orlando, che prevedeva la creazione di sezioni specializzate per l’immigrazione, la protezione internazionale e la libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea. L’obiettivo principale di quella riforma era “migliorare l’efficienza e la specializzazione nella gestione dei procedimenti legati all’immigrazione, rispondendo all’aumento delle domande di asilo e alle sfide poste dai flussi migratori”.

L’emendamento proposto dalla deputata Kelany sembra suggerire che “l’emergenza migranti” sia quindi superata, spostando la gestione giuridica alla già sovraccarica Corte d’Appello. Oppure, più semplicemente, questo governo sarebbe disposto ad affidare le decisioni perfino ai salumieri, pur di trovare qualcuno che gli dia ragione.

Buon giovedì.

In foto la presidente Meloni e il presidente Rama il 5 giugno 2024 a  Gjader in Albania

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