A Milano dal 2024 si viaggerà a 30 chilometri orari in tutta la città. Lo ha stabilito il Consiglio comunale che ha approvato un ordine del giorno della maggioranza che invita il sindaco, Beppe Sala, e la sua giunta a proclamare Milano ‘Città 30’, istituendo il limite di velocità in ambito urbano a 30 chilometri orari a partire dal 1° gennaio 2024.
A Milano via libera ai nuovi limiti di velocità. Si parte dal 2024. La misura voluta dal sindaco Sala sulla scia della normativa Ue
Si tratta di una vera e propria rivoluzione della mobilità urbana che riprende la strategia di molte città europee, tra le quali: Graz, Grenoble, Helsinki, Valencia, Zurigo, Lilla, Bilbao. Il primo firmatario della proposta, il consigliere Marco Mazzei della Lista Sala, ha spiegato in Aula che “l’impatto tra un’automobile che viaggia a 50 chilometri orari e un pedone o un ciclista è quasi sempre fatale per l’utente leggero della strada, e al contrario l’impatto a 30 chilometri non è quasi mai letale e offre ampie rassicurazioni sulla minore gravità delle conseguenze”.
Nelle città poi, secondo dati Aci-Istat, riportati nell’ordine del giorno, avvengono oltre il 70% degli incidenti in Italia e tra le prime cause in assoluto c’è proprio l’eccesso di velocità. Questi incidenti in ambito urbano provocano il 43,9% dei morti e il 69,7% dei feriti.
Non è questione di mera ideologia: già il Piano nazionale per la sicurezza stradale (Pnss) dice che “dove ci possono essere impatti che coinvolgono veicoli e pedoni, la velocità dovrebbe essere ridotta a trenta chilometri orari” e una risoluzione del Parlamento europeo (la 2021/2014) invita ad “applicare la velocità massima di trenta chilometri all’ora, come regola generale, nelle zone residenziali e nelle zone con un numero elevato di ciclisti e di pedoni”.
Nella risoluzione approvata a Bruxelles i deputati sottolineano che ogni anno circa 22.700 persone perdono la vita sulle strade dell’Ue e circa 120mila rimangano gravemente ferite. I progressi compiuti per ridurre il tasso di mortalità stradale si sono arrestati e, di conseguenza, l’obiettivo di dimezzare il numero delle vittime della strada tra il 2010 e il 2020 non è stato raggiunto (il numero di morti sulle strade è sceso del 36%).
“Per questo, – si legge nella risoluzione – la Commissione europea dovrebbe elaborare una raccomandazione per l’introduzione di limiti di velocità di 30 km/h nelle zone residenziali e nelle zone con un numero elevato di ciclisti e di pedoni”. In Europa Parigi e Bruxelles hanno imposto il limite urbano di 30 chilometri orari, la prima dall’agosto del 2021 e la seconda dal gennaio del 2021. Dopo il primo anno di sperimentazione i risultati ottenuti sono stati un aumento del rispetto dei limiti di velocità, i morti sulle strade che si sono più che dimezzati e si sono ridotti in modo significativo i feriti gravi.
Puntuali sono arrivate le critiche del centrodestra con il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana in testa: “Forse il limite dei 50 km credo potrebbe essere più utile per evitare che si rischi il blocco della circolazione”, ha detto ieri Fontana ai giornalisti. Peccato che sia falso. La velocità media di un’auto in città “è già sui 10-12 chilometri orari”, come ha spiegato il consigliere Mazzei.
Il report dell’Ufficio prevenzione infortuni mostra che la riduzione del limite di velocità in area urbana non ha “nemmeno un influsso significativo sui tempi di viaggio”: si parla di due secondi ogni cento metri, che scendono a zero nelle ore di punta. C’è in compenso un ulteriore aspetto positivo: la sperimentazione nella città di Bruxelles indica che la riduzione della velocità ha ridotto mediamente il rumore stradale di 1,6 dB (A) durante il giorno e di 1,7 dB (A) durante la notte. Molto meno degli strilli degli antiambientalisti.
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