Sono personalmente molto contento della vittoria di Giuliano Pisapia. C’è un vento buono che non bisogna lasciare appoggiare su delle primarie che non mi sono mai piaciute in alcuni modi ma che ha indubbiamente messo in campo quattro belle personalità che hanno scelto di metterci la faccia. Ho sorriso con una certa soddisfazione nel vedere i nostri iscritti godere di un’autonomia reale nella scelta di chi sostenere. Alcuni “politici” e alcuni giornali hanno cercato di raccontare di un nostro “vuoto politico” mentre il nostro atteggiamento veniva rivendicato come diritto-dovere da una buona parte del popolo delle primarie. In queste settimane il filo diretto con i candidati ha chiarito quali sono le nostre priorità e i nostri punti fermi per una Milano bella, vivibile, solidale e soprattutto non più “gelatinosa” sulle amicizie del cemento. Oggi (e solo oggi) c’è da sedersi intorno al tavolo per scrivere, discutere, progettare e fissare i propri paletti. Dicevamo che le primarie dovessero disegnare programmi e coalizioni come un buon piatto cucinato a fuoco lento: ora qualcuno è pronto e qualcuno (forse) è fin troppo bollito.
Al lavoro.