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Mollato da Giorgia e Rete 4: Giambruno paga pure i conflitti d’interessi

La politica sta nell’ultima frase con cui Giorgia Meloni annuncia sui social l’addio al compagno Andrea Giambruno dopo 10 anni e una figlia: “Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa, sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua”.

Nei corridoi del Parlamento e nei messaggi dei suoi compagni di partito non ci vuole troppo a capire che quel “tutti” non si riferisce all’opposizione ma ha un indirizzo preciso: è la strada che collega Mediaset di Pier Silvio Berlusconi a quel che rimane di Forza Italia.

Già in occasione del secondo fuori onda trasmesso da Striscia La Notizia – era l’altro ieri sera quando la presidente del Consiglio ha deciso di mettere un punto – da Palazzo Chigi è partita un’immediata richiesta di spiegazioni agli alleati di governo che attraverso l’asse Tajani-Confalonieri hanno delicatamente chiesto spiegazioni a Berlusconi Jr.

Giambruno e l’ipotesi ritorsione: la partita di Mediaset

La risposta ufficiale è di un “Antonio Ricci che da sempre non si può controllare” e che autonomamente avrebbe deciso di colpire Meloni. Dall’azienda fanno sapere che la ritorsione potrebbe essere contro Berlusconi per avere compresso il programma, ma Meloni e i suoi non ci hanno creduto nemmeno per un attimo.

Riaffiorano a molti le istantanee del governo che si stava per insediare con Berlusconi padre che ai suoi diceva: “Il compagno di Meloni lavora per noi”. In quei giorni convulsi Meloni disse apertamente di “non essere ricattabile” ma i berlusconiani hanno imparato sulla propria pelle che un avversario lo si logora anche di sponda usando gli affetti. Chiedete a Gianfranco Fini sbriciolato passando dalla compagna, dal suocero e dal cognato.

Una cosa è certa: le televisioni di Berlusconi fanno molta più politica di quanto riescano a fare i suoi reduci in Parlamento. Nel centrodestra in queste ore si prova la scottatura di un conflitto di interessi irrisolto per decenni e che sembra avere ancora colpi in canna.

Qualcuno avanza l’ipotesi che questo sia il contraccolpo per le mosse del governo agli eredi di Silvio, dalla tassa sugli extraprofitti alle banche al taglio delle produzioni cinematografiche. Altri fanno notare che “l’uomo un passo indietro alla compagna premier” sarebbe stata la soluzione migliore per tutti, se Giambruno non avesse voluto invece scalare posizioni all’interno di Mediaset. I più fantasiosi bisbigliano che tutto sia accaduto in modo così pulito da poter essere concordato.

Un reality show

Nei palazzi del potere, anche quelli che sostengono Meloni, fanno notare che non si può sbrigativamente bollare come “relazione” un rapporto che ha dato alla luce una figlia, ancor di più dopo la lagna sulla famiglia “tradizionale”. Che Striscia La Notizia abbia altri video, perfino peggiori, di Giambruno è un segreto di Pulcinella.

Si dice che Ricci abbia deciso – per ora – di non mandarli in onda. Per aspettare cosa Meloni piantando in asso Giambruno è riuscita a ottenere un sostegno bipartisan che allontana l’attenzione dalla Legge di Bilancio deludente e dal suo scippo al Parlamento con lo stop agli emendamenti.

Ancora una volta l’agenda della politica è stata distolta da altro. Giambruno dovrà passare sotto le forche caudine di Mediaset che l’ha sospeso e che promette di valutare i comportamenti alla luce del suo codice etico. “Sono questioni personali”, ripetono dalla maggioranza ai giornalisti. Ma il personale è politico e la politica è un reality show. L’ha inventato Silvio il metodo. Solo un deputato di maggioranza si lascia scappare una frase: “Io non esagererei troppo con Giambruno nella punizione. Non sappiamo quante cose sa”.

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