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Napolitano: «Difendiamo la libertà di stampa»

ROMA – «La libertà di espressione sancita dall’articolo 21 della Costituzione è uno dei principi da tener sempre cari, da preservare e far vivere in Italia e ovunque», dice Giorgio Napolitano ricordando il senso più profondo della celebrazione del ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, «spartiacque» della storia europea di importanza analoga a quello tracciato il 9 maggio 1945 dalla caduta della Germania nazista: nell’Est europeo si aprì la strada alle libertà democratiche, come era avvenuto a Roma e a Bonn alla fine della seconda guerra mondiale. Napolitano parla al Quirinale nel Salone dei Corazzieri affollato di gente di cinema e teatro: si celebra la Giornata dello Spettacolo, coronata dall’assegnazione ai vincitori dei Premi Eti-Olimpionici del Teatro e Vittorio De Sica, gente che vive proprio di libertà di espressione. Una libertà che oggi non è minacciata, come una volta, da un regime autoritario, ma da incertezze e discontinuità di finanziamenti e di regolazioni di legge, e a volte dalle minacce della criminalità organizzata. Non a caso, Napolitano ha invitato al Quirinale e ha incontrato dopo la cerimonia Giulio Cavalli, un attore lombardo che da oltre un anno vive sotto corta perché ha osato sbeffeggiare i mafiosi sul palcoscenico e i boss lo hanno minacciato di morte. Napolitano si è fatto raccontare la storia, gli ha stretto la mano e gli ha manifestato solidarietà. Napolitano ha ascoltato, ha raccomandato la difesa della libertà di espressione e ha elogiato il cinema, il teatro, la musica, l’arte italiana.

 

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