“Noi sogniamo un paese in cui ci sia giustizia sociale e loro sognano un paese in cui portare avanti i loro interessi personali. Il nostro sogno è un paese in cui ci siano sicurezza e libertà e il loro sogno è una nazione governata dalle forze dell’ordine. Il nostro sogno è la dignità umana, il loro i tribunali militari che processano i civili. Il nostro sogno è un paese governato da persone corrette e preparate, il loro è un paese governato da generali. Il nostro sogno è nato negli anni ’70, ’80 e ’90. Il loro è nato negli anni ’30. Il nostro sogno diventerà realtà, il loro finirà nella pattumiera della Storia”.
Farida, classe 1992, è poco più di una bambina. Il 21 novembre, mentre in piazza Tahrir è in atto una carneficina, posta questo messaggio su Facebook. Scrive dalla piazza, dove si trova con tutta la sua famiglia, e in quelle poche righe riesce a condensare lo spirito e gli ideali dei “ragazzi di Tahrir” impegnati a scrivere una nuova pagina in quella che è la Storia della loro rivoluzione. Barbara Teresi su Nazione Indiana.