La gestione del dissenso è sempre la prova di maturità più difficile per un leader di partito. Abbiamo urlato tutti allo scandalo contro Silvio, contro Di Pietro e poi contro Grillo e Casaleggio per le diverse sfortunate uscite scomposte quando non hanno trovato unanimità su alcune proprie decisioni. E abbiamo fatto bene perché la nostra democrazia si merita governanti maturi non solo nel cavalcare il consenso momentaneo ma anche e soprattutto nel costruire unità sul percorso delle riforme. Ecco perché la frase di Matteo Renzi su Mineo (e altri) è immaturità politica oltre che della solita spocchia: considerare veto una differenza di idee significa avere un senso piuttosto preoccupante del dibattito e rende ancora meno sopportabile l’amicizia affettuosa con Alfano e gli altri.