“Gli atti contenuti nel fascicolo delle indagini preliminari dimostrano l’esistenza di numerosi e gravissimi fatti di corruzione posti in essere da Filippo Penati e da Giordano Vimercati nell’epoca in cui rivestivano la qualifica di pubblici ufficiali prima presso il Comune di Sesto San Giovanni e poi presso la Provincia di Milano”.
Diceva qualcuno che le parole sono importanti: l’intervenuta prescrizione chiude il caso giudiziario ma apre una voragine politica e, ancora una volta, dimostra la goffaggine difensiva di una sinistra che gioca tutto sulla presunta ‘superiorità morale’ lasciando da parte i fatti. Mi ha irritato leggere le dichiarazioni di Penati che sornione ci annuncia che ‘il castello di accuse si sta sgretolando’ mentre intanto perde le briciole (lui) ogni ora che escono maggiori dettagli sulle motivazioni. E’ una questione di vocabolario, come dice bene Patrick Fogli, e soprattutto una questione di verità. E la verità può essere ricostruita, può essere difesa con i denti ma è intollerabile provare a camuffarla.
Ora l’indagine è chiusa ma il caso politico è aperto più di prima (è anche il pensiero di D’Ambrosio, uomo tutto democratico) perché i tempi della politica non possono sempre usare l’alibi di volere aspettare i tempi della giustizia prima di esprimere giudizi e azioni. E perché nel Paese del più vergognoso prescritto della nostra Repubblica ci si dovrebbe ricordare che alla prescrizione si potrebbe rinunciare (un certo Giuliano Pisapia, ad esempio, l’ha fatto) o si potrebbe pensare di farsi doverosamente da parte e tornare al proprio lavoro (già…).
L’autosospensione dal PD e l’uscita dal gruppo in Consiglio Regionale crea il primo caso di candidato presidente che diventa indipendente. Ma di dipendenze (oltre che di pendenze) qui ce ne sono almeno quante i voti della coalizione di centrosinistra che ha corso alle ultime elezioni regionali, e non si può scegliere di fare il capitano e poi alle prime onde arrogarsi il diritto di stare nell’ombra e in silenziosa solitudine come un mozzo.
No caro Penati, la tua difesa è offensiva. E mica nel senso di contrattacco.