E insomma alla fine il CSM non ha trovato il tempo per esprimere la propria solidarietà a Nino Di Matteo e colleghi che si devono accontentare della manifestazione “civile” e della serata al Teatro Biondo.
Alla fine sembra impossibile riuscire a pronunciare nomi e cognomi senza rinchiudersi nella generale “solidarietà ai magistrati che lottano contro la criminalità organizzata” come se pronunciare uno dei cognomi che si danno da fare sulla trattativa Stato-mafia sia un peccato mortale. Abbiamo una classe dirigente che è diligente nel rimanere nel brodo della mediocrità senza esporsi troppo, abbiamo uno stato anagettivo che delega la vicinanza ai cittadini rinunciando alla rappresentanza della solidarietà e abbiamo un Presidente della Repubblica che vive il processo che prova a raccontare la nascita della seconda Repubblica come un poppante intimorito. Questa sera Nino Di Matteo ha voluto alzarsi dalla seconda fila della platea che ascoltava il mio spettacolo al Teatro Biondo di Palermo per stringermi la mano. Gli ho promesso che se proprio dobbiamo essere soli saremo in tantissimi, ad essere soli. Insieme.