Lo spiega bene Alessandro Gilioli:
Un Renzi ottimista, ad esempio, oggi dice che la sua coalizione (compresa Ap, una lista alla sua sinistra e qualche altra cosa tipo la possibile lista radical-ulivista di cui si vagheggia in questi giorni) potrebbe arrivare a 200 seggi alla Camera, 110 presi con il proporzionale e 90 con il maggioritario.
Immaginiamo anche che sia vero (sebbene i sondaggi siano parecchio più bassi). Per arrivare alla maggioranza mancano 140 seggi.
E qui entra in gioco Forza Italia con i suoi satelliti, tipo i barboncini della Brambilla. Nel proporzionale (sempre a star larghi) Berlusconi e amici porteranno a casa un 60-65 seggi. Nel maggioritario dipende. Dipende tutto dalla trattativa con la Lega e (probabilmente) Fratelli d’Italia. Poniamo anche che Berlusconi riesca a strappare un 50 per cento dei suoi (e non è detto): ciò vuol dire (sempre stando larghi) che arriveranno alla Camera altri 50-55 berlusconiani. Gli altri saranno di Lega e Fdi. In tutto fa 110-120 di Forza Italia e dintorni.
Insomma, nella più rosea (per loro) delle ipotesi, messi insieme Pd più satelliti e Forza Italia più satelliti avranno 310-320 seggi alla Camera. Siamo sul filo del rasoio, ed è – ripeto – una simulazione molto “ottimista” per entrambe le forze, sebbene proprio questo sia il loro obiettivo politico nel far passare il Rosatellum.
In ogni caso: anche se arrivasse a 320 seggi sarebbe una maggioranza fragilissima, instabile, in mano a cacicchi con straordinaria forza di ricatto, probabilmente costretta a imbarcare qualche voltagabbana, oltre che basata su una piccola truffa agli elettori di centrodestra (dato che la loro coalizione nasce per raccattare voti e dividersi subito dopo). Il tutto tralasciando che con ogni probabilità non corrisponderebbe a una maggioranza tra gli elettori.
Se invece (come appare più probabile, numeri attuali alla mano) le larghe intese restano sotto i 315 seggi, la situazione si complica ancora di più. Perché vorrebbe dire che tenteranno di inglobare in questa “maggioranza-Frankenstein” o la Lega (o pezzi di Lega) o pezzi della lista di sinistra (Mdp-Si etc).
C’è poi lo scenario alternativo, ma anche questo in termini di governabilità è piuttosto nebbioso. Cioè che il M5S nonostante questa legge riesca ad avere almeno un deputato in più rispetto a entrambe le coalizioni. In questa evenienza i grillini salirebbero dal Capo dello Stato per avere l’incarico a formare un governo di minoranza (un mix di esponenti del M5S e di personalità esterne di prestigio) per presentarsi alla Camere e chiedere un voto di “responsabilità” e “governabilità” ai singoli deputati. Fantapolitica, per ora. Anche perché il Presidente della Repubblica non è comunque costretto da nessuno ad affidare il primo incarico al partito che ha preso più voti.
Insomma all’orizzonte si vede un pasticcio notevole.
Hanno appena approvato la seconda legge elettorale in due anni: non escluderei che il 2018 partorisse la terza.