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Onu, Oms e Unicef in campo per chiedere corridoi umanitari a Gaza

“Garantire l’accesso agli aiuti umanitari su Gaza dove la situazione umanitaria era già critica prima di queste ostilità”: sono parole nette quelle di Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, sula conflitto in Medio Oriente tra Israele e Palestina. “Materiale medico, cibo, carburante e altri beni sono disperatamente necessari, – dice Guterres – così come l’accesso al personale umanitario. Gli aiuti e l’ingresso di forniture di base a Gaza devono essere facilitate, e le Nazioni Unite continueranno a compiere ogni sforzo per mettere a disposizione aiuti in risposta a questi bisogni”.

Guterres: “Garantire l’accesso agli aiuti umanitari su Gaza dove la situazione umanitaria era già critica prima di queste ostilità”

L’intervento segue una telefonata nella tarda serata di ieri con il leader dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas, che ha esortato l’Onu a rispondere immediatamente ai bisogni umanitari della popolazione di Gaza, che da domenica è posta sotto un pesante assedio. Nella sua telefonata a Guterres, stando all’agenzia palestinese Wafa, Abbas ha esortato le Nazioni Unite anche a intervenire per porre fine ai bombardamenti contro la Striscia. Gaza già subiva un blocco alle importazioni imposto da Israele a partire dal 2006. Dopo l’attacco militare sferrato da Hamas sabato mattina, Tel Aviv ha imposto “un assedio totale sulla Striscia”: come ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant, “non ci sarà né elettricità, né cibo, né carburante e ogni cosa varrà chiusa. Stiamo combattendo contro animali umani e quindi agiamo di conseguenza”.

Nella Striscia di Gaza vivono circa 2 milioni di persone. A rischio le vite dei bambini

Nella Striscia vivono circa 2 milioni di persone e a causa della scarsità di infrastrutture elettriche, molti edifici dispongono di generatori elettrici alimentati a gasolio, come ad esempio gli ospedali. Per questo secondo i difensori dei diritti umani, tagliare il carburante è rischioso per questo genere di strutture. Israele ha anche tagliato le forniture d’acqua, come ha confermato il ministro per l’Energia israeliano. “Profondamente preoccupata per le misure del blocco dell’elettricità e di impedire l’ingresso di cibo, carburante e acqua a Gaza” è anche Catherine Russell, Direttrice generale dell’Unicef che denuncia come la situazione possa “mettere le vite dei bambini a rischio”.

“Nulla giustifica l’uccisione, il mutilamento o il rapimento di bambini – gravi violazioni dei diritti che l’Unicef condanna incondizionatamente”, dice Russel: “meno di 72 ore dopo lo scoppio delle terribili violenze in Israele, le notizie indicano che dilagano gravi violazioni dei diritti dei bambini. Molti bambini sono stati uccisi o feriti, mentre innumerevoli altri sono stati esposti alle violenze. – continua la direttrice -. L’Unicef chiede ai gruppi armati, o a tutti i responsabili, un rilascio immediato e in sicurezza di tutti i bambini in ostaggio a Gaza per poterli riunire alle proprie famiglie o a chi se ne prende cura. Chiediamo a tutte le parti di proteggere i bambini dai pericoli, in accordo con il diritto internazionale umanitario”, ha concluso.

Ieri mattina l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) tramite il suo portavoce Tarik Jasarevic in una conferenza stampa a Ginevra ha confermato di essere in trattativa con le parti del conflitto per un corridoio umanitario “necessario per fornire forniture mediche essenziali alle popolazioni”. L’Onu ha anche sottolineato come la rappresaglia israeliana abbia colpito anche grandi torri residenziali a Gaza City e altri edifici residenziali in tutta Gaza scuole e locali dell’agenzia di soccorso e lavoro delle Nazioni Unite, l’Unrwa, causando vittime civili”. I palestinesi che provano a sfuggire dai bombardamenti si ammassano sul valico con l’Egitto a Rafah. Una fonte della sicurezza egiziana all’agenzia di stampa tedesca Dpa ha comunicato che il passaggio rimarrà “chiuso fino a nuovo avviso”.

 

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