Com’è finita la vicenda di Salvini contro la giudice Apostolico – Lettera43
La magistrata che ha disapplicato il decreto sui migranti fu “pizzicata” dal Capitano in un video del 2018 durante una manifestazione per il caso Diciotti. Nordio, in seguito agli accertamenti, ha detto che lei non è accusabile di essere anti-governo. E che il leghista non ha violato profili di riservatezza. Quindi, dopo aver strillato sull’allarme democratico da entrambi i fronti, il nulla.
Un giorno qui intorno era tutto un parlare della giudice Iolanda Apostolico e del ministro Matteo Salvini. I fatti sono noti: a Catania la giudice Iolanda Apostolico ha disapplicato il decreto del governo Meloni che prevede il trattenimento dei richiedenti asilo nei Centro per il rimpatrio. Il verbo “disapplicare” non è stato usato per caso in quei giorni a cavallo tra settembre e ottobre perché insinuava l’idea di una ribellione contro la legge. Si potrebbe dire più semplicemente che la giudice Apostolico ha applicato gli articoli 3 e 10 della Costituzione (oltre alle convenzioni internazionali) accogliendo il ricorso di una persona migrante di origini tunisine sbarcata il 20 settembre a Lampedusa e portata nel nuovo centro di Pozzallo, aperto da pochi giorni nel Ragusano. Dalle parti del governo e dei partiti di maggioranza del centrodestra avevano descritto l’evento come «un grave attacco allo Stato». Se dovessimo pesare le parole dovremmo pensare a un golpe giudiziario, l’ennesimo atteggiamento «anti-maggioritario» come sussurrano nei corridoi di Palazzo Chigi ogni volta che si imbattono contro qualcuno (che sia giudice, giornalista o un professionista qualsiasi) che “non sta al suo posto”.
Fango ben oliato dalla Bestia social leghista contro Apostolico
L’opposizione politica gridò allo scandalo inverso. Salvini, com’è sua abitudine, aveva lanciato l’attacco contro la persona senza entrare nel merito della questione, rilanciando un video in cui la giudice Apostolico era presente alla manifestazione del 25 agosto 2018 al porto di Catania per il caso Diciotti. Il fango ben oliato dalla Bestia social del leader leghista (tutt’ora funzionante nonostante la decadenza del suo fedele ex collaboratore Luca Morisi) aveva travolto la giudice colpevole di seguire su Facebook le pagine di Open Arms (la Ong che ha portato Salvini a processo), di Potere al popolo, (sezione di Catania), movimento fondato dal centro sociale «Je so’ pazzo» di Napoli, poi la pagina di Democrazia e Autonomia, il partito fondato da Luigi De Magistris, e quella di Possibile, il partito fondato da Pippo Civati.
Per gli elettori di centrodestra la giudice è solo l’ennesima toga rossa
Qualcuno parlò di una «schedatura» ipotizzando che il video della manifestazione al porto di Catania con la presenza della giudice fosse stato archiviato da servizi più o meno deviati che l’avrebbero messo a disposizione del ministro Salvini. Se dovessimo pesare le parole dovremmo pensare a un apparato parallelo da smascherare il prima possibile per mettere al sicuro la tenuta democratica del Paese. In entrambi i casi i cittadini dovrebbero avere vissuto mesi di infernale preoccupazione in attesa di un chiarimento. Del “caso Apostolico” non ne ha più scritto nessuno e non ne ha più parlato nessuno. Per gli elettori di centrodestra la giudice catanese è solo l’ennesima toga rossa che dovrebbe essere cacciata. Per gli elettori di centrosinistra Salvini è il solito ministro che utilizza canali non convenzionali per accedere a informazioni riservate utili a delegittimare coloro che considera avversari politici nonostante non siano politici.
Dagli accertamenti sui social non è emerso nulla contro la magistrata e il suo compagno
Ma com’è finita, in realtà? Replicando all’interrogazione del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri il ministro alla Giustizia Carlo Nordio ha offerto le risposte. Nordio ha parlato degli accertamenti svolti dall’ispettorato generale nei confronti della magistrata Apostolico e del suo compagno Massimo Mingrino. Ha detto che sono stati scandagliati i social network, ma non si è trovato nulla che potesse far pensare a qualche atteggiamento contro il governo. Apostolico quindi non è colpevole delle accuse che le sono state rivolte.
Salvini ha usato informazioni pubbliche senza violare profili di riservatezza
L’altro aspetto importante di quella risposta è che Nordio ha scagionato anche il suo collega di governo Salvini: il Guardasigilli ha scritto che gli accertamenti svolti, come emerso dalla nota estesa in data 20 ottobre 2023 dall’ispettorato generale, hanno consentito di acquisire materiale informatico dal quale emergeva l’esistenza di video e messaggi pubblicati sui social network; in data 17 ottobre 2023 veniva, quindi, conferito incarico a un assistente informatico (…) per la loro individuazione ed estrapolazione. A seguito di tale incarico, l’assistente informatico rimetteva (…) il materiale acquisito, precisando di avere potuto svolgere ricerche accedendo a informazioni di natura esclusivamente pubblica senza violare profili di riservatezza». Quindi: allarme democratico da entrambi i fronti, chiasso seguito da silenzio e disinteresse. Nessuna riflessione sugli esiti. Allarmi estemporanei che subito si spengono. Tutto questo parla della politica, più di Iolanda Apostolico.
L’articolo proviene da Lettera43 qui https://www.lettera43.it/giudice-iolanda-apostolico-salvini-video-nordio/