Vai al contenuto

Autoconvocati: le nostre proposte

Milano, 13 settembre 2011

La crisi è reale; la manovra di ferragosto insufficiente e socialmente iniqua.

Nonostante quanto abbiano ripetuto per mesi il Governo nazionale e la Giunta lombarda, l’Italia e la Lombardia sono in crisi e la cura – o meglio le differenti versioni della cura che si sono susseguite in questa estate – rischia di peggiorare le condizioni del malato, riuscendo in contemporanea a pesare unicamente sulle fasce più deboli, rischiare di innescare una crisi recessiva e non essere sufficiente al risanamento economico necessario. Se è vero che Regione Lombardia ha contestato la manovra non si può tacere il fatto che da un lato non ha avuto l’ambizione di intervenire su tutto l’arco delle politiche economiche e, dall’altro, che si trova oggi tra gli sconfitti delle battaglie di estate, contro quello che sarebbe dovuto essere un Governo amico. Si rende improrogabile un’opera di razionalizzazione ed eliminazione degli sprechi. Vogliamo definire con più precisione e nelle nuove difficili condizioni il contorno delle politiche pubbliche e il loro volume.

Si spende molto ma si può spendere innanzitutto meglio: è un passaggio che può anche fungere da ripresa democratica e non un mero trapasso tecnocratico. Non vogliamo, anzi, respingiamo l’idea di ridurre il perimetro delle politiche pubbliche. Contestiamo quella specie di “pensiero unico” che ha pervaso tanta parte della discussione delle settimane scorse, come se i rimedi suggeriti non fossero in fin dei conti all’origine della crisi medesima: è il caso delle privatizzazioni. Invocate come soluzione regina si è trascurato del tutto il particolare che non si vedono compratori né condizioni di vendita favorevoli e che su di esse c’è un dibattito pubblico piuttosto avanzato e diversamente orientato, come ha dimostrato il voto nei referendum anche di alcuni milioni di elettori del centrodestra.

Giulio Cavalli

Chiara Cremonesi

LE PROPOSTE

Qualificazione e funzionalizzazione della spesa, orientata alla crescita

• Accorpamento e rimodulazione delle misure di sostegno alle imprese, per orientarle alla crescita.

Istituzione di un gruppo di lavoro tecnico-politico per la ricognizione e proposta, anche in coerenza con l’attività del nucleo per le crisi industriali.

• Analogo impianto per tutte le misure e le risorse indirizzate al sostegno dei lavoratori in CIG o disoccupati.

• Sostegno prioritariamente erogato alle imprese in cui si attuino processi di concertazione e intesa aziendale e/o territoriale senza deroghe al contratto nazionale ovvero allo Statuto dei diritti dei lavoratori.

• Revisione delle politiche a sostegno di funzioni duplicate o comunque sovrapposte in ristretti ambiti territoriali (fiere, esposizioni, ecc.).

• Certificazione della spesa degli Enti Locali verso artigiani, commercio e PMI, sostenuta da fondo speciale presso Finlombarda a tasso zero.

Riduzione della spesa regionale

• Revisione della spesa per propaganda e comunicazione di Giunta e Consiglio, comprese le collaborazioni a qualunque titolo e ovunque incardinate (assessori, gruppi, uffici stampa Giunta e Consiglio) con obiettivo di riduzione almeno del 30%.

• Revisione delle spese di sponsorizzazione e patrocinio oneroso con obiettivo di riduzione almeno del 30%.

• Revisione delle spese per missioni istituzionali e all’estero con obiettivo di riduzione almeno del 20%.

• Introduzione generalizzata dei processi di spending review e di zero based budgeting.

• Sul piano delle entrate, istituzione di obbligazione regionale per la raccolta di risparmio privato finalizzata a progetti industriali nella green economy, energie rinnovabili, efficientemente energetico degli edifici pubblici e privati, ed altri settori ad alta intensità tecnico-scientifica e occupazionale.

Qualità della funzione pubblica: le revisioni istituzionali

• Programma di riduzione delle ASL e degli Ospedali, dei posti letto nel quadro della territorializzazione della prevenzione e cura.

• Sostegno deciso ai processi di associazione tra i comuni per la gestione di servizi e di costituzione delle Unioni.

• Iniziativa a sostegno della costituzione della Città metropolitana di Milano con il superamento della Provincia.

• Sostegno all’accorpamento e razionalizzazione degli uffici decentrati delle amministrazioni statali e di quelli giudiziari. La Regione e i gruppi consiliari si impegnano a non difendere e sostenere atteggiamenti di difesa dello status quo locale.

Dignità della politica e delle istituzioni

• Lo status di consiglieri ed assessori dalla legislazione in corso (v.)

Per una nuova disciplina della indennità e degli istituti connessi

Si indicano i principi fondativi per una revisione della indennità per i consiglieri regionali e degli istituti ad essa connessi per raggiungere una serie di obiettivi:

1. un trattamento che assicuri all’eletto indipendenza economica, trattamento correlato alla dignità della carica pubblica (separata da quella individuale, di cui sono giudici i cittadini), equilibrio nel rapporto con il livello delle retribuzioni, dirette ed accessorie – nel settore pubblico e in quello privato, del livello dirigenziale intermedio, rapporto con il trattamento dei parlamentari nazionali e – per questa via – con quello dei magistrati;

2. lo svolgimento di incarico pubblico deve essere aperto a chiunque goda dei diritti civili ma qui cessa l’area coperta da previsione costituzionale: dalle cariche elettive non deve determinarsi privilegio immotivato, durante e dopo l’esercizio delle cariche stesse;

3. equilibrio tra particolare condizione di chi svolge un incarico elettivo e condizione più generale cui è sottoposta la generalità dei cittadini;

4. superare la diffusa ostilità verso privilegi di fatto, verso l’immagine di separatezza che danno di sé moltissimi tra gli eletti e i governanti;

5. rafforzare, perfino rilegittimare la funzione politica e legislativa, per tornare a giudicare con serenità il merito ed anche le capacità e le competenze degli eletti. E’ del tutto improprio che in questa materia si parli in termini di “diritti acquisiti”. Si verte, infatti, su condizioni del tutto particolari, che si aggiungono e non si sostituiscono alle normali condizioni della vita di ciascuno, in termini di occupazione, reddito, aspettative per il futuro. La funzione elettiva è una parentesi – più o meno lunga anche in rapporto al giudizio positivo degli elettori – nella vita di chiunque vi acceda, le cui esigenze particolari devono essere tutte comprese all’interno del trattamento durante il suo esercizio ma che non può prolungarsi oltre, a pena di diventare privilegio non più motivato. Vi sono molti aspetti che richiedono un approfondimento tecnico di particolare complessità, a partire dai concreti meccanismi per collegare le componenti previdenziali del trattamento dell’eletto nel sistema previdenziale ordinario, oltretutto tenendo conto della necessità di prevedere modalità adatte alle situazioni di esercizio di libera professione. Vi sono anche alcuni nodi dei quali va approfondita la natura e la stessa possibilità di intervento. Riguardano i vitalizi in corso di erogazione, che incidono sul bilancio regionale oggi e sono destinati ad incidere per un lungo periodo di tempo e che sarebbero alimentati esclusivamente da quel bilancio senza forma alcuna di recupero, nemmeno parziale. E riguardano anche la mai abbastanza deprecata indennità di fine mandato, ulteriormente aggravata nel corso della precedente legislatura, e che suona come privilegio particolarmente immotivato. Per quanto problematici – pur se da punti di vista del tutto diversi, uno di squilibrio finanziario, l’altro di irragionevolezza e privilegio – in questi casi siamo dinanzi a situazioni consolidate, a differenza della situazione generale come sopra indicato.

I PRINCIPI

1. L’indennità, a prescindere dalla sua qualificazione giuridica, costituisce retribuzione per gli effetti pratici: assicurativi, contributivi, successori, compresa la pignorabilità. Essendo connessa ad un particolare rapporto, non è soggetta a valutazioni se non per la parte connessa a forme di penalizzazione stabilite da Statuto e regolamento ed è corrisposta in dodicesimi.

2. La funzione di consigliere, assessore, sottosegretario è incompatibile con lo svolgimento di attività professionale e di mestiere, inquadrati o meno in specifico ordinamento, e con rapporti di lavoro dipendente ovvero parasubordinato comunque denominati e qualificati giuridicamente. Non si pone invece incompatibilità tra indennità e proventi da attività di creazione intellettuale.

3. Analoga incompatibilità – di funzione e di godimento di compenso ovvero indennità – è stabilita verso incarichi (di amministrazione, direzione e controllo) in enti pubblici o privati.

4. Diminuzione dell’insieme di indennità, rimborsi, contributi a qualsiasi titolo a favore dei consiglieri. Abolizione dei contributi legati alla residenza.

5. Alla indennità sono connessi i versamenti previdenziali, contributivi e fiscali.

6. Al termine del mandato non è corrisposta alcuna somma a titolo di trattamento di fine rapporto, reinserimento o comunque denominato.

7. Superamento del vitalizio e trasformazione in incremento al fondo previdenziale professionale di ciascuno dei consiglieri, eliminazione del fondo di fine mandato, con restituzione delle quote versate.

8. Per quanto riguarda i trattamenti di vitalizio in corso di erogazione, il loro ammontare rimane stabilito al valore maturato all’entrata in vigore della presente legge e non è soggetto a rivalutazione a titolo alcuno. Esaminare la possibilità di interventi correttivi, ad esempio la trasformazione parziale in titoli regionali di credito.

9. Il nuovo sistema si applica dalla legislatura in corso. Le risorse accantonate o comunque le quote maturate per il vitalizio relative a questa legislatura sono riversate nei conti contributivi di ciascun consigliere. L’incompatibilità con l’esercizio di professioni ecc. decorre dall’1/1/2012.

10. L’indennità è comprensiva delle voci oggi definite anche a titolo di diaria.

11. Rendere noti curricula, competenze, mansioni, retribuzione degli staff dei gruppi consiliari, UdP, Presidente e Giunta, specificandone il carattere determinante e fondativo di rapporto di fiducia nonché il divieto (già previsto per legge, peraltro) di trasformarlo in rapporto a tempo indeterminato.

Interrogazione: vogliamo risposte sui buoni scuola

INTERPELLANZA CON RISPOSTA SCRITTA  EX ART. 120 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Oggetto: approfondimenti in merito all’aggiudicazione della gara d’appalto dei buoni scuola

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI

PREMESSO CHE

La Dote Scuola è un contributo erogato da Regione Lombardia, per ragioni sociali o di merito, rivolto a studenti residenti nel territorio lombardo e appartenenti a famiglie con indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) inferiore o uguale a 15.458 euro per quanto riguarda la componente di sostegno al  reddito, mentre con indicatore reddituale familiare inferiore o uguale a 30.000 euro per la componente buono scuola, per quanto riguarda gli studenti delle scuole paritarie;

PREMESSO INOLTRE CHE

i voucher o buoni- scuola sono spendibili presso la grande distribuzione, cartolerie, librerie, negozi di informatica e molti altri esercizi commerciali, convenzionati con la società privata che gestisce l’erogazione e la rendicontazione dei voucher;

CONSIDERATO CHE

la Edenred, multinazionale che ha costruito il suo successo sui buoni pasto Ticket Restaurant, si è aggiudicata l’affidamento del servizio di realizzazione, erogazione, monitoraggio e rendicontazione dei titoli di assegnazione della Dote Scuola dal 2009, ovvero dall’anno della nascita dei buoni stessi, e il 16 giugno 2011 si è aggiudicata  l’appalto per gli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

con parere n.142 il 20 luglio 2011 l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici (AVCP) ha dichiarato detta gara di appalto non conforme alla normativa di settore, riportando nel parere diverse motivazioni, quali la determinazione di una barriera all’ingresso nel nuovo mercato, che restringe di fatto la concorrenza, e sottolineando che si intravedono sintomi di illogicità nella scelta di riconoscere un’accentuata prevalenza agli aspetti qualitativi delle offerte;

ATTESO CHE

dare troppo peso ad elementi come l’esperienza in servizi analoghi o il fatturato specifico maturato nel settore di fatto rende impossibile la partecipazione alla gara a diverse aziende e restringe la concorrenza;

 

ATTESO INOLTRE CHE

l’appalto in questione ammonta ad una fornitura pari a 300 milioni di euro ed è stato aggiudicato senza l’ottenimento di alcuno sconto in favore della pubblica amministrazione sui beni acquistabili attraverso i voucher/ticket rilasciati agli studenti della Regione;

 

RILEVATO CHE

 

la difficile situazione di crisi economico- finanziaria di portata nazionale e regionale impone anche a Regione Lombardia una costante osservazioni delle varie possibilità di risparmio, monitorando con cura tutte le assegnazioni di gare d’appalto

 

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE, L’ASSESSORE REGIONALE AL BILANCIO, FINANZE E RAPPORTI ISTITUZIONALI, ROMANO COLOZZI PER CONOSCERE:

 

  1. Se lo svolgimento del servizio dell’anno 2009/2010 sia stato di piena soddisfazione della Regione e degli utenti;
  2. Se gli esercizi commerciali abbiano dato riscontri positivi;
  3. Quante aziende hanno partecipato alla gara, con quali modalità e termini di valutazione sia stata effettuata la scelta tra i concorrenti e quali vantaggi rispettivamente per la Regione e per i beneficiari del voucher siano stati rilevanti nella aggiudicazione;
  4. Quali misure Regione Lombardia, in seguito al parere negativo dell’AVCP, abbia intenzione di mettere in atto per correggere una gara d’appalto non conforme alle normative di settore.

 

Milano, 7 settembre 2011

Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)

Sulla commissione antimafia di Milano: parla Onida

Lucido come sempre. Ampio nelle visuali e giustamente cattivo tra le righe. Onida sulla commissione antimafia a Milano:

Valerio Onida, sta esplodendo il caso della commissione antimafia. C’è chi la vuole solo politica, chi la vuole con esperti della società civile…
Ma non c’è dubbio che ci vogliono tutte e due.

Non pensa ce ne voglia una mista come ai tempi di Smuraglia? 

Secondo me è meglio distinguere fra i due organismi. Bisogna salvaguardare il ruolo del consiglio comunale, che ha la responsabilità politica di affrontare questi problemi. L’antimafia però non deve essere solo una sede di prese di posizioni politiche, tanto meno di polemiche, ma anche di effettiva capacità di intervento nell’amministrazione e dell’amministrazione per individuare e prevenire i rischi di infiltrazioni mafiose: ci vuole l’apporto conoscitivo e propositivo di chi conosce a fondo i problemi e la realtà dell’amministrazione e dell’economia, e può dare indicazioni e suggerimenti.

Che cosa ne pensa di Dalla Chiesa? 
E’ una figura fuori discussione per competenza ed esperienza. Comunque ci vogliono due organismi differenti. Gli esperti non possono sostituirsi ai rappresentanti eletti. E i rappresentanti eletti non si possono sostituire agli esperti.

Nei primi 100 giorni non si è fatta, la commissione. Secondo lei bisogna fare in fretta? 
Certo che va fatta, e va fatta in fretta. Incombe la questione Expo, ma non solo per questo. E’ una cosa necessaria, perché non farla subito? Quali ostacoli ci possono essere? Mi auguro non sorgano ostacoli di tipo personalistico né contrapposizioni di partiti. Questo è un argomento sul quale ci dovrebbe essere l’unanimità.

Un profeta di m.

Era il maggio 2010, al 28esimo vertice Italia-Francia il Premier Berlusconi dichiarava:

“Queste centrali sono assolutamente sicure”; inoltre, aggiungeva, il presidente Sarkozy gli ha ricordato che molte delle centrali francesi sono situate vicino al confine con l’Italia, e che quindi “un’eventuale ma impensabile momento di pericolo da parte di queste centrali ricadrebbe in maniera assoluta anche sulle popolazioni italiane”.

Il sogno realizzato: dieci anni di Bottega con il teatro nel cuore

Un compleanno importante e una festa semplice per abbracciare chi c’era, chi c’è oggi e chi sarà per i prossimi dieci anni. Fine settimana a cavallo tra la magia del teatro e la reale gratitudine, a Tavazzano, per il decennale della Bottega dei Mestieri teatrali. «Una festa popolare – ha annunciato il direttore artistico Giulio Cavalli, anche autore, scrittore e consigliere regionale della Lombardia – non per celebrare quelli che per noi sono dieci anni di amicizia e di lavoro. Solo per stare insieme e raccontarvi una storia». Quella iniziata a Lodi dieci anni fa prima dalla compagnia Teste di Legno, poi cresciuta sullo sfondo dell’amicizia tra lo stesso Cavalli e Marco Mozzato, anche primo regista della compagnia con lo spettacolo Parole d’acqua dolce, debutto del 2001 nella cornice della Piarda Ferrari. E in cui sono passati, negli anni, «più di cento persone che a vario titolo hanno lavorato con noi – ha ricordato ancora Cavalli accompagnato sul palco da Paola Vicari, amministratore di compagnia e Stefano Maj, memoria storica che con la Bottega ha fatto tutto, dall’attore, al dogsitter, per poi diventarne il responsabile tecnico (nella foto in basso, ndr) – : un percorso nato da un sogno che ci hanno più volte detto che era impossibile da realizzare. E non per tarparci le ali, ma solo perché fondare una compagnia professionale di teatro a Lodi sembra davvero impraticabile». Invece,i fondatori della Bottega ci avevano visto lungo. E da una sala prova in via Gorini sono arrivati a calcare il palco del Piccolo Teatro di Milano e a girare l’Italia in lungo e in largo con i loro spettacoli, che dalla commedia dell’arte sono arrivati all’impegno civile sempre portato in scena con l’animo dei giullari. E proprio quella commedia dell’arte degli esordi (portata in oltre 40 Comuni del Lodigiano con il Carro Poetico) è tornata sul palco del Nebiolo di Tavazzano (residenza teatrale della Bottega dal 2007) in una versione sospesa tra la poesia e il re-incontro dei compagni di viaggio e in cui hanno recitato lo stesso Cavalli in un Arlecchino di altri tempi, Marco Mozzato (Zanni), Stefano Maj nel suo ruolo di disturbatore atipico dal nome curioso (Scoreza), Cinzia Bregonzi (la Colombina di quella tournèe), Francesco Lanza (coautore di Do ut des) e Luciano Pagetti, «che siamo onorati di avere sempre al nostro fianco». Tra un brindisi e l’altro, sabato pomeriggio, la “scuola” per giullari di Progetto Nur (compagnia di Castellone nel circuito Alice nella città) che con Nicola Cazzalini, Umberto Bellodi, Alessandro Caproni e Sara Passerini ha portato a Tavazzano giocoleria e arte del sorriso. Ieri spazio ancora all’animazione di strada con la Ditta Gioco Fiaba che nel parco Collodi di via I Maggio ha portato il suo Il bibliotecario e il mostro dei libri che ha trascinato i bambini di Tavazzano in una festa a confini tra realtà e fantasia, chiusa con una lauta merenda. Dalle 18 in poi, invece, è stata la suggestione delle note della Contrabbanda a far risuonare il cielo sopra il Nebiolo. Dove, neanche a dirlo, c’era un altro ex “bottegaio”: il fisarmonicista Guido Baldoni, che accompagnò Cavalli nella prima tournèe di Kabum, come un paio di impossibilità, che poi lasciò il posto all’ottimo Davide Savarè. Tre giorni di festa che, per Cavalli, sono anche un modo di «prenderci la briga di ringraziare chi nel tempo abbiamo perso per strada», «chiedere scusa per le lunghe assenze dell’ultimo anno» e rilanciare «un nuovo patto per stare insieme, qui, in questo teatro in cui abbiamo iniziato a fare qualcosa di importante».

Rossella Mungiello

DA IL CITTADINO

Interrogazione: discarica a Rezzato (BS)

INTERROGAZIONE CON RISPOSTA IN COMMISSIONE EX ART. 116 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Al Signor Presidente del Consiglio regionale

Oggetto: progetto di una discarica di rifiuti speciali a Rezzato (BS) 

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI

PREMESSO CHE

nella zona di San Polo (BS), in cui è presente una discarica di amianto di ottantamila metri cubi, il livello di mortalità per cancro, secondo le analisi dell’ASL di Brescia, è allarmante e decisamente superiore alla media nazionale;

PREMESSO INOLTRE CHE

l’apertura di una nuova discarica di rifiuti speciali all’interno della cava Castella a 3 Km dal centro di Rezzato (BS) conterrà due milioni di metri cubi di rifiuti speciali come scarti alimentari, carcasse animali, derivati del petrolio e del carbone, rifiuti dell’industria chimica, inchiostri, pitture e vernici, fanghi di fognatura e terreno contaminato;

CONSIDERATO CHE

il conferimento della discarica continuerà per almeno otto anni secondo il progetto approvato a fine agosto 2011 da Comune, Provincia e Regione Lombardia;

ATTESO CHE

nella zona sud- est di Brescia in cui sorgeranno due discariche la salute pubblica dei cittadini, già ampiamente contaminata dalla discarica di amianto, subirà un netto peggioramento

INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE, L’ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE, ENERGIA E RETI, MARCELLO RAIMONDI, NONCHE’ L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUCIANO BRESCIANI PER CONOSCERE:

  1. Se Regione Lombardia sia a conoscenza delle indagini effettuate dall’Asl di Brescia sul livello di mortalità per cancro in prossimità della discarica di San Polo;
  2. Se Regione Lombardia abbia effettuato le dovute indagini sul possibile peggioramento della salute pubblica dei cittadini nella zona sud- est di Brescia; se sì, per quale motivo non si sia provveduto a diffondere le informazioni ottenute; se no, per quale ragione le indagini siano state ritenute superflue;
  3. Se Regione Lombardia abbia considerato altre zone in cui collocare la discarica di rifiuti speciali.

 

Milano, 5 settembre 2011

 Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)

I fannulloni della scuola

Sanno tenere alta la dignità e scrivere cose così: perché è questo ciò a cui silenziosamente si lavora, in una scuola, se si è insegnanti. Non a fabbricare ricordi e aneddoti e trovate brillanti: quella è roba facile, quelli sono trucchetti da prestigiatori, trappole per polli, giochetti di chi non sa come altro fare il suo mestiere, sono scemenze. Si lavora (si dovrebbe) per tutto quello che invece non si vede, per tutto quello che la memoria non ricorda, ma che costituisce, alla fine, l’essenza di una crescita culturale, il suo cuore. Ed è forse per questo che comunque continuiamo a galleggiare perché ci sia un’altra scuola (che già c’è). Per loro. Per i nostri figli.

Renzi, proprio lui

… non capisce. «Non capisco quest’ansia della sinistra che mi dà di Berluschino, di trovare un nemico. È proprio questa sinistra che facendo così è molto berlusconiana».