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«Teatri della legalità»: la genealogia civile della scena, da Baliani, Giulio Cavalli a Emma Dante

Sette mesi di spettacoli, 65 compagnie, 170 repliche, 300 professionisti: si recita anche negli ex covi dei clan

NAPOLI – I numeri quasi non sono da teatro: sette mesi di spettacoli, da novembre a maggio, 65 compagnie coinvolte in 170 repliche che vedono impegnate 300 persone tra attori, registi ed operatori delle istituzioni, della scuola e dello spettacolo.

Parliamo di «Teatri della Legalità», il progetto presentato all’Agis e promosso nell’ambito di «Scuole Aperte» dall’assessorato al lavoro, istruzione e formazione della Regione Campania guidato da Corrado Gabriele. A dirigerlo Mario Gelardi (regista del Gomorra teatrale) col coordinamento organizzativo di Luigi Marsano de I Teatrini, mentre a corare la sezione dedicata alle scuole c’è l’attrice Rosalba De Girolamo. Si parte il 4 novembre con «La ferita. La giusta parte».
Scritto da una pattuglia di autori (Riccardo Brun, Raffaele Cantone, Rosario Esposito La Rossa, Mario Gelardi, Giuseppe Miale Di Mauro, Ciro Marino, Angelo Petrella, Peppe Ruggiero e Roberto Saviano) vede in scena Ivan Castiglione, Daria D’Antonio, Giuseppe Gaudino, Giuseppe Miale Di Mauro, Adriano Pantaleo. Drammaturgia e regia di Mario Gelardi (dopo l’esordio a Baronissi per Exposcuola, giovedì 5, alle 11, lo spettacolo si trasferisce al teatro San Ferdinando, venerdì 6 novembre, a Mondragone, teatro Ariston lunedì 9 novembre al Castel Volturno, teatro Bristol).

LA GENEALOGIA DEL TEATRO CIVILE – Nella Campania della camorra, il teatro diventa il luogo civile in cui fare prevenzione con spettacoli, ma anche incontri, laboratori.
Schierata tutta le genealogia del teatro civile italiano, dal ceppo principale di Marco Baliani a Emma Dante, passando per Nando Dalla Chiesa, Giulio Cavalli, Armando Punzo e della sua Compagnia della Fortezza e Mimmo Borrelli.
Proprio a quest’ultimo si deve uno dei progetti più originali, «Sepsa», uno spettacolo messo in scena sui vagoni della società omonima e dedicato agli avvenimenti tragici legati alla ferrovia napoletana a partire dalla morte del rumeno Petru.
In rassegna anche storie di donne coraggiose (in «Croci Rosa» di Rosario Esposito La Rossa e «Anna Politkovskaja» di Ferdinando Maddaloni), frammenti di memoria (nelle «Storie di Guerra» di Stefano Cipiciani e in «Idroscalo 93» di Ivan Castiglione), racconti di guerra, di infanzia negata e di emigrazione (in «Stupidorisiko» della fondazione Emergency, «Piccoli fiammiferai» spettacolo sul lavoro minorile di Giovanna Facciolo, «Impronte digitali» la storia dei Rom raccontata da Tina Femiano). Tante le produzioni dedicate ai ragazzi portate in scena da artisti come Fortunato Calvino, Giovanni Meola, Rosalba Di Girolamo, Stefano Jotti, Antonello Cossia, Pietro Pignatelli, Prospero Bentivegna e Mara Baronti. Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito.

BULLISMO E CAMORRA – «I temi – spiega Gabriele – sono: bullismo, conflitti e sfruttamento dei bambini-soldato, immigrazione e clandestinità, lavoro minorile e morti bianche, regole in democrazia e cittadinanza attiva, ambiente, diversità e malattia mentale. Questo teatro parla ai ragazzi in prima persona, li coinvolge nel presente, in tutto ciò che circonda le loro e le nostre esistenze. Nostro preciso dovere è offrire gli strumenti per comprendere tutto ciò e ostacolarne la pericolosa deriva».

IN VENTUNO COMUNI – Ventuno i comuni coinvolti. Oltre che a Napoli (dal San Ferdinando al Totò, passando per il Pan, il Pierrot e San Lorenzo Maggiore) gli spettacoli andranno in scena, spesso in strutture confiscate ai boss della camorra, a Marano di Napoli, Castellammare di Stabia, San Giorgio a Cremano, Ercolano, Afragola, Procida, Pompei, Santa Maria Capua Vetere, Mondragone, Piedimonte Matese, Casal di Principe, Castelvolturno, Salerno, Eboli, Pagani, Laurino, Ascea, Vibonati, Benevento, Avellino e Napoli città. «Nella costruzione del programma – commentano i curatori Mario Gelardi e Luigi Marsano – abbiamo voluto unire autori ed interpreti di primo piano nel panorama teatrale italiano, e non solo. Esponenti della nuova drammaturgia, artisti dal talento riconosciuto chiamati a pensare e proporre spettacoli per le giovani platee della nostra regione».
Info: 0810330619; www.teatrini.it e www.teatridellalegalita.it

LE GIORNATE DELLA MEMORIA – Il progetto prevede anche l’iniziativa «Le giornate della memoria», mobilitazioni culturali in date particolarmente simboliche, dal l 27 gennaio dedicata all’Olocausto al 19 marzo, anniversario della morte di Don Peppino Diana, proclamata giornata regionale di lotta alla camorra.

PROGETTI EDITORIALI – Due i progetti editoriali legati a spettacoli proposti, realizzati in collaborazione con la giovane casa editrice «ad Est dell’Equatore»: «La ferita», una raccolta di testimonianze in memoria della vittime innocenti di camorra, con la prefazione del Magistrato Raffaele Cantone ed il patrocinio di Libera. E «presente indicativo»: 18 scrittori napoletani debuttano a teatro raccontando la contemporaneità

DAL “CORRIERE DEL MEZZOGIORNO”

L’ARTICOLO QUI

“Teatri della Legalità”: in Campania con 170 spettacoli in rassegna

TEATRO | Napoli E’ stata presentata in conferenza stampa all’Agis di Napoli, la terza edizione di “Teatri della Legalità”, il progetto promosso nell’ambito di “Scuole Aperte” da Corrado Gabriele, Assessore al Lavoro, Istruzione e Formazione della Regione Campania, per la direzione artistica di Mario Gelardi ed il coordinamento organizzativo di Luigi Marsano de I Teatrini. Una programmazione di ampio respiro, che affronta e propone ai giovani una selezione di spettacoli, ma anche incontri, laboratori e mostre incentrati sui temi della lotta alla camorra e alla criminalità organizzata, del bullismo, dei conflitti e dello sfruttamento dei bambini soldato, dell’immigrazione e della clandestinità, del lavoro minorile e delle morti bianche, delle regole in democrazia e della cittadinanza attiva, dell’ambiente, della diversità e della malattia mentale. Le rappresentazioni, proposte da novembre 2009 a maggio 2010, impegnano 65 compagnie teatrali per circa 170 repliche e più di 300 persone tra attori, registi ed operatori delle istituzioni, della scuola e dello spettacolo.
“Teatri della Legalità – sottolinea Corrado Gabriele – parla ai ragazzi in prima persona, li coinvolge nel presente, in tutto ciò che circonda le loro e le nostre esistenze. Propone argomenti che irrompono nel nostro quotidiano segnando indelebilmente la vita di molti di noi. Nostro preciso dovere è offrire gli strumenti per comprendere tutto ciò e ostacolarne la pericolosa deriva”. Tutta l’attività si realizza attraverso una rete tra più di 20 amministrazioni comunali della regione, tra cui le città di Napoli, Marano di Napoli, Castellammare di Stabia, San Giorgio a Cremano, Ercolano, Afragola, Procida, Pompei, Santa Maria Capua Vetere, Mondragone, Piedimonte Matese, Casal di Principe, Castelvolturno, Salerno, Eboli, Pagani, Laurino, Ascea, Vibonati, Benevento, Avellino.
“Nella costruzione del programma – commentano i curatori Mario Gelardi e Luigi Marsano – abbiamo voluto unire autori ed interpreti di primo piano nel panorama teatrale italiano, chiamati a pensare e proporre spettacoli per le giovani platee della nostra regione”.
Il cartellone accoglie gli allestimenti, ad esempio, di Emma Dante, di Marco Baliani, di Nando Dalla Chiesa, di Giulio Cavalli, di Armando Punzo e della sua Compagnia della Fortezza, di Mimmo Borrelli con “Sepsa” un racconto degli avvenimenti tragici legati alla ferrovia napoletana ed allestito sui vagoni e sui binari della stessa. In rassegna anche storie di donne coraggiose (in “Croci Rosa” di Rosario Esposito La Rossa e “Anna Politkovskaja” di Ferdinando Maddaloni), frammenti di memoria (nelle “Storie di Guerra” di Stefano Cipiciani e in “Idroscalo 93” di Ivan Castiglione), racconti di guerra, di infanzia negata e di emigrazione (in “Stupidorisiko” della fondazione Emergency, “Piccoli fiammiferai” spettacolo sul lavoro minorile di Giovanna Facciolo, “Impronte digitali” la storia dei Rom raccontata da Tina Femiano) che si intersecano, tra le tante, con le produzioni dedicate ai ragazzi portate in scena da artisti come Fortunato Calvino, Giovanni Meola, Rosalba Di Girolamo, Stefano Jotti, Antonello Cossia, Pietro Pignatelli, Prospero Bentivegna e Mara Baronti.
Si inizia il 4 novembre all’ Exposcuola di Baronissi (Salerno), con “La Ferita – la giusta parte”, uno spettacolo di Riccardo Brun, Raffaele Cantone, Rosario Esposito La Rossa, Mario Gelardi, Giuseppe Miale Di Mauro, Ciro Marino, Angelo Petrella, Peppe Ruggiero e Roberto Saviano, per la regia di Mario Gelardi (repliche il 5 al San Ferdinando di Napoli, il 6 all’Ariston di Mondragone, il 9 al Bristol di Castelvolturno. Ad ingresso gratuito. Info: 0810330619; www.teatrini.it e www.teatridellalegalita.it

DA CASERTANEWS.IT

SCUOLA DI TEATRO : riapre LA BOTTEGA DELL'ATTORE

Bottega dell’Attore riparte per il II anno con una lezione di prova gratuita in programma per GIOVEDI’ 29 OTTOBRE alle 19:30.
Il corso teatrale serale per adulti è strutturato in 64 ore di lezione totali suddivise in 32 incontri da 2 ore ciascuno, tutti i giovedì dalle 19:30 alle 21:30, dal 5 novembre 2009 fino al 24 giugno 2010 con una lezione dimostrativa finale aperta al pubblico il 25 giugno.
Durante l’anno verranno inoltre organizzati incontri con i protagonisti della stagione teatrale del Nebiolo.

Per confermare la propria presenza alla lezione di prova gratuita, contattare il Nebiolo al numero 331 92 87 538 oppure info@teatronebiolo.org – agli stessi recapiti è possibile richiedere anche informazioni su costi e modalità di iscrizione.

28 ottobre, Verona Teatro Camploy torna LINATE 8 OTTOBRE 2001: la strage

Giulio Cavalli, accompagnato dal musicista Davide Savarè, torna in scena domani, mercoledì 28 ottobre al Teatro Camploy di Verona con Linate 8 ottobre 2001:la strage.
Lo spettacolo, che ormai è al suo terzo anno di repliche, è a Verona per la prima volta grazie al sostegno dell’Amministrazione che oltre a figurare tra i molti comuni produttori della piéce, ha voluto sostenere l’impegno della compagnia e della Fondazione 8 ottobre per non dimenticare, organizzando questa replica.   
Il monologo, scritto da Fabrizio Tummolillo e da Giulio Cavalli, cerca in mezzo alla nebbia una spiegazione, le omissioni, le responsabilità, e non ha paura di passare attraverso il sorriso per accostare lo spettatore ad una realtà che altrimenti sarebbe quasi insopportabile.

Mercoledì 28 ottobre
Linate 8 ottobre 2001: la strage
presso Teatro Camploy, Verona Via cantarane 32
info tel. 045 8009549 – 045 8008184

 

LIBERA. Seconda giornata di Contromafie. La parola ai gruppi tematici: lavoro, diritti umani, economia.

Oggi l’assemblea plenaria e l’approvazione del manifesto conclusivo. Il ruolo dei media per un’informazione alternativa.

Ieri seconda giornata di lavori di Contromafie, gli Stati generali dell’antimafia organizzati da Libera in corso a Roma. Un giorno di lavoro intenso sui tanti temi che affronta la rete di associazioni presieduta da don Luigi Ciotti. Il movimento è al lavoro, attraverso gruppi tematici. Diritti umani e migrazioni, cittadinanza, libertà di informazione, politica della legalità, testimoni di giustizia, economia (dai beni confiscati all’antiracket). Lavoro, riunioni, scambi di informazioni e contatti di centinaia di realtà e associazioni che operano su tutto il territorio nazionale, e non solo nelle regioni che subiscono un’alta densità di penetrazione mafiosa.

Ma il tema centrale rimane, come ha dichiarato in apertura don Ciotti, «l’istituzione di un’Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati e l’approvazione di un testo unico in materia di legislazione antimafia». Certo, ricorda il presidente di Libera, «alcune modifiche sono state introdotte, ma senza quell’organicità che è un requisito fondamentale perché la normativa sia davvero efficace ». E l’attenzione, nonostante la distanza, è anche a quello che sta avvenendo in queste ore in Calabria sulla vicenda delle navi cariche di scorie affondate nel Tirreno e nello Jonio e dopo la grande manifestazione di ieri ad Amantea. Anche su questo don Ciotti è categorico: «Continuiamo a sollecitare l’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel codice penale».

Un tema, quello dei traffici di rifiuti, che porta anche a una nuova consapevolezza. «C’è un’Italia che ha compreso come il fenomeno mafioso sia un problema nazionale, non solo: internazionale ». Ovviamente nei corridoi sono le notizie che arrivano da Palermo a tenere banco, le inchieste sulle stragi del 1992/93 e sulla presunta trattativa fra Stato e mafia. «Sono già passati diciassette anni, se perdiamo questa occasione di sapere non avremo mai la verità su quei fatti». Ma il variegato popolo di Libera che si è dato appuntamento a Roma, non si lascia distrarre dal fitto programma di lavoro. I gruppi tematici sono la vera novità, già dalla sua prima edizione, di questo evento.

È il gruppo di lavoro sull’informazione, coordinato da Roberto Morrione, ex direttore storico di Rainews24 e ora a Liberainformazione, quello più affollato. E anche quello con il dibattito più acceso. Perché sui temi dell’informazione, della comunicazione delle relazioni delle mafie con i mondi della politica e dell’economia l’allarme è generale. Il tema delle mafie, se non per fasi “spettacolarizzate”, rimane tagliato fuori soprattutto dai media televisivi. E anche la carta stampata sta peccando di sottovalutazione, se non di vera e propria amnesia collettiva. Tanti gli esperimenti di informazione alternativa, dalle free press autopro- dotte dai comitati locali, ai siti web, ormai veri e propri motori di un nuovo modo di comunicare e diffondere documentazione e inchieste. E il giornalismo?

«Da quanto non vengono contrattualizzati i giornalisti che si occupano di mafia? A quanto tempo risale l’ultimo contratto giornalistico (articolo 1), tanto per fare un esempio, a Repubblica?», si domanda Riccardo Orioles, uno della squadra de I Siciliani di Beppe Fava. La risposta che si dà il gruppo di lavoro è, in pratica, l’alternativa dai media tradizionali. Altre forme di comunicazione diventano strumenti di informazioni. Dal teatro di Giulio Cavalli ai tanti libri inchiesta che poche ma agguerrite case editrici coraggiose riescono a pubblicare. E non si tratta solo di effetto Gomorra, perché qui è evidente la consapevolezza che Saviano abbia avuto un ruolo ma che la quotidianità dell’informazione sia tutt’altro dal successo di un libro.

Pietro Orsatti

DA TERRA NEWS

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Il nostro giornale al Forum nazionale contro la mafia


Il Forum Nazionale Antimafia di Firenze costituisce, allo stato attuale, uno dei più approfonditi e partecipati appuntamenti destinati all’analisi di una drammatica realtà nazionale: quella delle mafie e del loro potere di controllo ed assoggettamento su di una vasta area del territorio italiano.
Quest’anno il meeting è giunto alla sua quinta edizione, agevolato dall’impegno profuso dal Collettivo degli Studenti di Sinistra, dall’Università di Firenze, dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione Toscana, coadiuvati dall’Associazione “Tra i Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili” e dall’Associazione Nazionale Partigiani Italiani.
L’intento alla base di questo progetto appare semplice ed al contempo assai impegnativo: esaminare le mafie come oggettive entità e individuarne i punti di forza ma anche le debolezze.
L’appuntamento avviatosi il 13 ottobre e conclusosi il 14 ottobre è stato caratterizzato da molteplici interventi, posti in essere da relatori assai competenti e da anni operanti in un settore, quello del contrasto alle organizzazioni criminali, di fondamentale importanza per le stesse sorti nazionali. Il “Corriere di Gela”, su invito dell’Università degli studi di Firenze, ha portato nella città del giglio la testimonianza in seno all’incontro di approfondimento, del nostro Rosario Cauchi, tra i relatori ai quali è stato affidato il compito di aprire la «due giorni» occupandosi del tema “Mafia, sanità ed edilizia”, affiancato dal magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Gaetano Paci. L’assemblea ha consentito ai presenti di prendere contezza di particolari d’indagine, poco noti al pubblico, inerenti gli stretti rapporti emersi, anche negli ultimi mesi, tra mafia ed entità economiche agenti nel settore edile, da sempre area di riciclaggio ed investimento di capitali illeciti: le inchieste sulla Calcestruzzi s.p.a., sulla Safab s.p.a., le infiltrazioni delle mafie, siciliane, calabre e campane, in territori in origine “vergini” quali la Lombardia, la Liguria, il Lazio, l’Emilia Romagna.
A questo si è, ancora, sommata la ricostruzione degli inquietanti incroci tra la sanità, non solo da un punto di vista di realizzazioni edili bensì anche da quello dell’operato di svariati professionisti del settore, e la malavita organizzata: basti pensare al ruolo di vertice assunto da medici del calibro di Nino Cinà e Giovanni Mercadante entro gli organigrammi di cosa nostra palermitana. Dalla disamina emerge chiaramente, come testimoniato dai partecipanti alla plenaria po
meridiana del 13 Ottobre, che la mafia non può dirsi morta oppure definitivamente vinta, costituendo un interlocutore assai dinamico in diversi gangli della vita sociale ed istituzionale del nostro paese; di ciò hanno infatti dibattuto relatori del calibro di Piercamillo Davigo, attualmente magistrato di Cassazione, Giovanna Maggiani Chelli, rappresentante dell’associazione “Tra i Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili”, Silvano Sarti, presidente provinciale dell’Anpi, Giuseppe Lo Bianco, giornalista e scrittore, Rino Giacalone, giornalista trapanese del quotidiano “La Sicilia”, ed esponenti di “Libera Toscana” e del “Presidio veneto di San Pietro di Rosà”, intenti nella descrizione di una mafia in continua progressione anche all’interno di aree difficilmente sussumibili nel classico connubio criminalità organizzata-affari economici.
Il teatro, da sempre ritenuto specchio riflettente di una società in progressivo tumulto, contribuisce a sua volta, per il tramite di taluni artisti, alla divulgazione di un messaggio diverso e a tratti spiazzante: imperniato intorno alla narrazione di quotidiane vicende, spesso estranee alla copertura dell’informazione nazionale, ma decisive nel processo di comprensione del fenomeno criminale. Questa è stata la scelta assunta dall’attore e registra teatrale, Giulio Cavalli, costretto a pagare il dazio di una vita blindata a causa della realizzazione di spettacoli incentrati sulla descrizione dei costumi e delle vicende di esponenti di spicco delle cosche siciliane, calabresi e campane, e fra questi la sua ultima creazione “A cento passi dal Duomo”.
Ma la mafia, si sa, non è solo pura criminalità ma dipana le sue voglie anche in direzione dell’economia, legale o illegale, come fatto rilevare, nel corso della seconda giornata di discussione, da Alessandro Santoro della “Comunità di Base Le Piagge di Firenze” e Antonio Pergolizzi di “Legambiente”, capaci di proporre un ritratto completo di alcuni settori sottoposti all’interesse criminale: dallo sfruttamento del lavoro nero al traffico illecito di rifiuti tossici.
La mafia si può battere anche con strumenti di indagine come le intercettazioni telefoniche, al centro di un acceso dibattito politico, ed ampiamente descritte da un magistrato da decenni interessato al contrasto delle mafie, Antonio Ingroia della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, in grado, peraltro, di agganciarsi alla recente cronaca giudiziaria esprimendo pareri certamente ragionati sulla trattativa Mafia-Stato.
Affinché si possa sperare di poter disporre di un’adeguata visione dell’attuale realtà criminale, spesso camuffata da molteplici escamotage, è assolutamente indispensabile la presenza di un’informazione libera da ogni impedimento o controllo, palesi oppure occulti; di certo gli esempi di autonomia giornalistica non appaiono sporadici in Italia, soprattutto quando ci si riferisce all’attività svolta da reporter locali, in grado di individuare particolari sfuggenti ai grandi media nazionali: di questo hanno parlato Peter Gomez, attualmente redattore del nuovo quotidiano “Il Fatto”, Pino Maniaci, responsabile di Tele Jato ed il nostro collaboratore, Rosario Cauchi. Un evento, quello fiorentino, che come ribadito da uno dei relatori coinvolti, il magistrato Gaetano Paci, “dovrebbe costituire un esempio da seguire anche in altre regioni, con in testa la Sicilia”. Ringraziamo Silvia, Pietro, Giacomo e tutti gli altri componenti del Collettivo degli Studenti di Sinistra.

Autore : Redazione Corriere
DA IL CORRIERE DI GELA
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Giulio Cavalli tra i relatori di CONTROMAFIE

Giulio Cavalli parteciperà nelle giornate del 24 e 25 ottobre alla seconda edizione di Contromafie – Gli stati generali dell’antimafia. Appuntamento importante per coloro che versano il proprio piccolo o grande tributo di responsabilità contro la presenza e l’azione delle mafie. Tutti e tutte chiamati a confrontarsi, a riflettere e a scrutare l’orizzonte dell’impegno

Dallʼinformazione alla cultura antimafia: il ruolo di teatro, cinema, tv, letteratura e musica
(Presso Palazzo delle Esposizioni, Sala Cinema, via Milano 9/a)
TUTOR: Teresa Marchesi e Santo Della Volpe (TG3) RELATORI: Angelo Barbagallo (produttore), Giulio
Cavalli (Attore e regista)
, Walter Dondi (Fondazione Unipolis), Antonio Ingroia (Procura della Repubblica di
Palermo), Mario Maffucci (già direttore di RAI Uno), Raffaele Marino (Procura della Repubblica di Torre
Annunziata NA), Francesco Moneti e Roberto Zeno (Modena City Ramblers), Enzo Monteleone (Regista),
Sandro Petraglia (Autore e sceneggiatore), Nino Rizzo Nervo (Cda RAI), Gaetano Savatteri (TG5)

IL PROGRAMMA COMPLETO QUI

Antonio Ingroia, Giulio Cavalli e Peter Gomez presentano “C’era una volta l’intercettazione”

Antonio Ingroia, Procuratore dell’Antimafia di Palermo, sarà ospite della libreria per presentare al pubblico il suo libro “C’era una volta l’intercettazione” (http://www.stampalternativa.it/libri/978-88-6222-092-7/antonio-ingroia-/c-era-una-volta.html).
Alla serata parteciperanno anche, come relatori, Peter Gomez (http://it.wikipedia.org/wiki/Peter_Gomez) e Giulio Cavalli (http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Cavalli), attore, scrittore e regista italiano.

Mercoledì 21 ottobre alle ore 18.00, Milano Spazio MilanoNera c/o Libreria Mursia via Galvani 24.

A cento passi da piazza duomo

Gli applausi erano scroscianti, il teatro della Cooperativa era pieno (circa250 posti) e tutti erano rimasti colpiti per quello che avevano sentito per circa un paio d’ore. Lo spettacolo finito implica le luci accese per cui, mente il mio applauso continuava, mi sono guardato attorno per capire che tipo di pubblico ci fosse. Poi li ho visti. Erano in due. Uno si è mosso appena Giulio Cavalli è sceso dal palco ed è andato in una quinta, altro si è messo davanti a loro, a protezione.
Quello che ha detto Cavalli in quelle due ora circa lo costringe ad avere la scorta sotto il palco (e non solo). Come Saviano chi fa i nomi e i cognomi e non fa parte della politica viene minacciato e messo sotto scorta.
Cento passi dal Duomo è, per chi ancora non se ne fosse reso conto, il mettere in chiaro il fatto che la mafia si è trasferita qui nella città di M. in pianta stabile. Da non perdere.
E per chi vuole capire da dove tutto è partito consiglio la lettura di “Patria”, di Deaglio.

DA http://osirisicaosirosica.blogspot.com/2009/10/cento-passi-da-piazza-duomo.html

Lo spettacolo di Giulio Cavalli e Gianni Barcetto, andato in scena al Teatro della Cooperativa di Milano, squarcia il velo

“A cento passi dal Duomo”
(AGM-LSP) Giulio Cavalli da due anni vive sotto scorta, da quando nei suoi spettacoli teatrali racconta una realtà che spesso si fa finta di non vedere.

Nel suo ultimo recital, ”A cento passi dal Duomo”, andato in scena al Teatro della Cooperativa, racconta la Milano dei misteri dell’Expo 2015 e della tanto richiesta Commissione Antimafia.

Il testo è stato scritto in collaborazione con Gianni Barbacetto: si parte dal profondo silenzio che ha accompagnato il funerale dell’avvocato Giorgio Ambrosoli. Una frase bianca sul fondo nero, un “Buco”…nella coscienza della gente.

Per informare ci vuole coraggio. E ce ne vuole anche per alzare le mani, a centro palco, come ha fatto Giulio Cavalli mentre scorreva la lista infinita dei Boss della ‘Ndrangheta milanese. Il coraggio di chi come lui fa del teatro un mezzo di denuncia esoprattutto formazione.

La scenografia spuria, nera come tetro è il mondo che racconta fatto di intercettazioni, di minacce telefoniche, mazzette, mandanti irriconoscibili, prestanomi. Fantasmi che vengono rievocati dall’autore/attore che con, voce concitata, ad uno ad uno ne analizza il vizio e il peccato. Un pianoforte accompagna il monologo e a tono lo rende danza o convulsione.

Un fiume di nomi e misfatti, una raffica simile alla scarica che il pubblico, intimidito, si aspetta possa arrivare dal fondo della sala da un momento all’altro. Parole contro quella mitragliata che uno come Cavalli si aspetta ogni giorno. Spezzoni televisivi alleggeriscono il monologo, pur appesantendone l’invettiva.

La Moratti rassicura gli ospiti di Anno zero confidando nella Milano dei lavoratori onesti e dei volontari. E scuote la testa quasi meravigliata…perché a Milano la Mafia non esiste. Non esiste. O non deve esistere?

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DA LOSPETTACOLO.IT

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